Scheletri nell'armadio
È facile indignarsi davanti alla scelta del dal sultano Hassanal Bolkiah di introdurre nel Brunei una nuova legge basata sulla Sharia islamica, ma c'è da chiedersi se la situazione italiana sia davvero così profondamente diversa.
Certo, da noi nessuno viene lapidato, ma a Roma una giovane mamma è stata costretta a partorire un feto moto sul pavimento del bagno di un ospedale perché tutti i medici erano obiettori di coscienza e nessuno le ha voluto fornire assistenza per interrompere una gravidanza ormai compromessa da una malattia genetica rara e terribile. A quattro anni dai fatti un tribunale sta mettendo in discussione la costituzionalità di una legge voluta dalle correnti cattoliche, ma già condannata dall'Unione Europea per l'alto numero di medici obiettori che spesso rendono impossibile l'accesso alle cure. Ed ancora, in Italia ci sono politici che citano la Bibbia per spiegare la loro contrarietà nel concedere diritti civili alle coppie dello stesso sesso, ancora una vota calpestando la laicità di un Paese con la scusa del voler difendere la "morale".
Peccato, però, che la cronaca ci racconti come alcuni medici obiettori del Servizio Sanitario nazionale non abbiano avuto le stesse remore nel praticare aborti da privatisti (dove il denaro era in grado di far sparire ogni remora morale), così come è difficile dimenticare come nel 2007 furono Berlusconi, Fini e Casini a nominarsi "difensori" della famiglia tradizionale attraverso l'inaugurazione del primo Family Day: il primo ha due divorzi alle spalle, è fidanzato con una 28enne ed è accusato di prostituzione minorile e concussione; il secondo ha un divorzio alle due spalle e due figlie avute fuori dal rapporto matrimoniale; il terzo vanta un divorzio.
Alla lista si è poi aggiunta in questi giorni anche Alessandra Mussolini, quella si dichiarò «contrarissima all'adozione di un figlio da parte di una coppia di uomini omosessuali perché potrebbe vederli rotolarsi in un letto» e che sbraitò a Luxuria «meglio fascista che frocio». Ora suo marito è indagato con l'accusa di prostituzione minorile e, nonostante lui neghi, gli inquirenti sostengono di avere prove schiaccianti di rapporti a pagamento avuti con due ragazzine di 14 e 15 anni. Qualora i fatti vengano conformati, dimostrerebbe di non essersi accorta che proprio all'interno della sua sbandierata famiglia tradizionale si celavano problemi assai più importanti.
Insomma, l'impressione è che la morale sia sempre più spesso un paravento utilizzato per nascondere i propri scheletri nell'armadio, in un'ipocrisia di chi forse dovrebbe leggere la parabola della pagliuzza e della trave anziché brandire il libro in cui è scritta come se fosse un'arma.
Leggi l'articolo completo su Gayburg