Secondo una scuola statunitense, My Little Pony sul cestino del pranzo è istigazione al bullismo


Lo scorso febbraio un 11enne del Nord Carolina tentò il suicidio dopo aver subito ripetuti episodi di bullismo omofoboco a causa della sua passione per la serie televisiva "My Little Pony". C'era da augurarsi che quanto accaduto potesse quantomeno servire come monito per il futuro, ma evidentemente non è stato così.
Questa volta il protagonista della storia è un ragazzino di 9 anni, anch'esso del Nord Carolina, preso di mira da alcuni compagni di scuola a causa del suo cestino per il pranzo raffigurante un personaggio di My Little Pony. «Mi prendono a pugni, mi bittano a terra, mi chiama nomi orribili. Roba che in realtà non dovrebbe accadere», ha raccontato. Eppure la scuola ha deciso di non prendere alcun provvedimento verso i colpevoli di quelle azioni, ma ha preferito vietare al ragazzino di continuare a portare a scuola il suo cestino per il pranzo, sostenendo che fosse un'istigazione al bullismo.
«Dire che un cestino per il pranzo è un'istigazione al bullismo è come sostenere che una gonna corta è un'istigazione allo stupro. È una logica viziata, non ha alcun senso», ha tuonato la madre. Ed è proprio grazie al clamore mediatico suscitato dall'intervento della donna che la Buncombe County Schools ha deciso di rivedere la propria decisione e di sospendere quell'assurdo divieto. Anzi, ora dichiara: «Prendiamo molto sul serio il bullismo e continueremo ad adottare misure per risolvere il problema».
Già, peccato che se la madre non avesse coinvolto la stampa locale, probabilmente l'unica misura adottata sarebbe quella di chiedere alla vittima di uniformarsi a ciò che i suoi carnefici gli volevano imporre....
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