Il governatore del Mississipi si dice orgoglioso della norma discrimina-gay e preannuncia che la firmerà


Dopo l'approvazione del Religious Freedom Restoration Act da parte della camera e del senato del Mississipi, in molti si erano appellati al governatore per chiedere che applicasse il suo diritto di veto contro una norma che legalizzerebbe la discriminazione sulla base delle proprie credenze religiose.
Ma così probabilmente non sarà. Il governatore repubblicano Phil Bryant ha rilasciato una dichiarazione in cui si è detto orgoglioso della misura e si è impegnato a firmarla.
L'epilogo pare dunque destinato ad essere molto diverso da quella di una legge simile che qualche settimana fa venne bloccata in extremis dalla governatrice dell'Arizona.
Secondo i sostenitori della norma, il rifiuto di beni o servizi a chi si ritiene vivere nel peccato rientrerebbe un una dovuta «protezione della libertà religiosa», gli oppositori hanno da subito lamentato come l'unico obiettivo fosse quello di legalizzare la discriminazione verso gay e lesbiche (perlomeno fintanto che non ci si appellerà ad una qualche dottrina per discriminare anche altri gruppi).
La norma è stata approvata con ampio margine in entrambe le camere ed il fronte repubblicano ha già annunciato che la sua prossima proposta riguarderà la modifica della bandiera del Mississipi per includere un esplicito riferimento alla cristianità attraverso l'aggiunta della scritta «In God We Trust».
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