In attesa dell’uscita di A90, incontriamo Paolo Tuci


Paolo Tuci, classe 1983, è un producer musicale, un songwriter, un cantante e uno showman. Tra i più celebri personaggio dell'intrattenimento notturno italiano, nel 2008 ha esordito come live performer nel mondo del clubbing. Gli anni successivi lo hanno visto come testimonial di vari marchi e come creatore di brani musicali come "Sun Has Come Again", "Ego" e "Music Saved My Life". In questi giorni sta lanciano il suo nuovo album dal titolo "A90"

Cantante, presentatore, animatore, performer... sei un personaggio decisamente poliedrico. Ma se dovessi scegliere una sola attività, per quale opteresti?
Senza dubbio cantare. L'adrenalina che sprigiona un live non ha eguali. La voglia di improvvisare, melodizzare sui propri brani, e quel rischio di sbagliare sono elementi che tengono vivo un artista; e non li baratterei con nessun altra attività di palcoscenico. E sto parlando di LIVE: quelli veri, non di quei "playbackkoni" noiosi che chiunque potrebbe fare. Altrimenti dov'è la vera scala di merito per valutare il bravo artista?

Il tuo nuovo album è interamente dedicato ai successi dance degli anni '90. Quali sono stati i pregi e i difetti della musica di quegli anni?
Negli anni 90 vigeva una rigida selezione delle produzioni musicali: non esistevano gli home studios, le incisioni erano costose ed elitarie, così come la stampa di supporti CD che aveva costi altissimi rispetto ad ora. Quando l'etichetta discografica lanciava un singolo vendeva minimo 5000 copie grazie all'assenza di pirateria. C'era l'emozione di acquistare un album fisico per toccare con mano il booklet ed assaporarne i contenuti. I cantanti erano cantanti veri: se durante le registrazioni non eseguivi correttamente il brano, dovevi registrare tutto dall'inizio.

Nel 2014 i costi di produzione sono precipitati grazie all'evoluzione tecnologica, e le case discografiche si stanno diradando considerando che gli artisti possono autopromuoversi con YouTube, Facebook e i social network. Anche i cani possono abbaiare intonati, perché i software di correzione intonazione trasformano anche i "FA" in un "DO" (ride). Ma si vendono molte meno copie, a favore invece delle date live che fanno "cassetto" e consentono di recuperare gli investimenti della produzione. Incredibile come in 15 anni sia cambiato tutto... E chissà forse nel 2030 l'MP3 non esisterà più!

Nel brano "A90" hai lavorato al fianco del re del porn groove Immanuel Casto. Ci racconti com'è nata l'idea e com'è stato lavorare assieme?
Immanuel è un grande artista, ma anche un caro amico. "A90" è stata un altra delle nostre "scorribande", nata per gioco, che sta sfuggendo di mano anche a noi.
Sono quei progetti che nascono per scherzo e che poi diventano più virali di quanto noi stessi potevamo immaginare. È parte del mio album "A90" che uscirà tra pochi giorni su iTunes e tutti i digital store, ma che potete già acquistare in prevendita.
Uno spaccato sociale dei nostri anni '90, tra Moana Pozzi, Boncompagni…e le ragazze di Non è la Rai. Una canzone che riaprirà vecchi ricordi ad ognuno di voi.
Vuoi sapere com'è stato lavorare assieme?… una valanga di risate.

Hai trovato una lampada magica e puoi esprimere tre desideri. Cosa chiedi?
Posso dirti la verità? Non voglio una lampada magica, e se la trovassi probabilmente non la "sfregherei".
Perché Oscar Wilde diceva che due sono le maggiori disgrazie dell'uomo: 1) Non riuscire a realizzare i propri sogni; e 2) Realizzarli.
Ci focalizziamo cosi tanto all'obiettivo esistenziale di doverli raggiungere al punto di dimenticarci di vivere a pieno i momenti della vita. Poi d'un tratto quando li abbiamo tra le mani, perdono tutto il loro valore. Ed iniziamo a rincorrerne di nuovi.
Se Gayburg mi mettesse tra le mani quella "lampada" con i tre desideri … perderei tutto il piacere di conquistarmeli.

Hai raccontato che da bambino il bullismo omofobico ti ha portato ad allontanarti momentaneamente dalle tue passioni (in quel caso alla danza). Che consiglio daresti ad un ragazzo che si dovesse ritrovare in una situazione simile?
Parto dal presupposto di sperare che a distanza di vent'anni le cose possano essere cambiate. Ma certamente il bullismo è ancora parte dello spaccato sociale dei nostri giorni. Forse consiglierei di stringere i denti, e concentrarsi su sé stessi, perché se io non avessi dato peso a quelle parole, forse non avrei mai dato lo stop al mio percorso di studi artistici ...e chissà forse ora sarei cinque anni avanti a dove mi trovo adesso.

Qual è la tua idea di divertimento?
L'idea di divertimento corrisponde al proprio benessere. A ciò che ci sentiamo di fare, e sopratutto con chi abbiamo voglia di condividerlo. Ognuno di noi ne ha una diversa.
A volte per me è divertente anche un sushi take away a casa, davanti ad un bel film. Confesso che il mio tempo libero non lo passo in discoteca... sarebbe come per un impiegato passare il proprio week-end in ufficio! (ride)

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