Venti giuristi chiedono al Palmento di legiferare sulle unioni gay


A quattro anni di distanza dal pronunciamento della sentenza n.138 della Corte Costituzionale, l'Associazione Radicale Certi Diritti ha presentato un appello sottoscritto da 26 giuristi italiani e volto a chiedere un intervento politico che colmi l'attuale vuoto legislativo in materia di regolamentazione delle unioni gay e delle famiglie omogenitoriali.
«La Corte -ha spiegato Yuri Guaiana, segretario dell'associazione- ha affermato che all'unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia e ha invitato il Parlamento a intervenire dando riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri, ma fino ad ora c'è stato solo silenzio». Da qui l'appello tutt'ora aperto alle sottoscrizioni di altri giuristi e docenti universitari.
Marilisa D'Amico, docente di diritto costituzionale dell'università Statale di Milano, non ha dubbi sul fatto che ci si trovi di fronte ad una «inadempienza istituzionale» ed aggiunge: «Sulla spinta di quello che è appena accaduto con la fecondazione eterologa, stiamo pensando di chiedere alla Corte Costituzionale d'intervenire [...] L'anno scorso anche il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, ha chiesto al Parlamento di essere più attento agli inviti che arrivano dalla Consulta. Io sto difendendo venti coppie davanti alla Corte Europea e mi piacerebbe che il Parlamento si pronunciasse prima che l'Italia possa essere condannata».
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