Chi tace acconsente alla violenza e alla discriminazione

Sabato 31 maggio le tristemente note Sentinelle in piedi si sono ritrovate anche nel centro di Reggio Emilia per per manifestarecontro la "Legge contro l'omofobia", una norma che a loro dire «lederebbe il loro diritto d'esprimere la loro legittima opinione» e che «spianerebbe la strada ai matrimoni fra persone dello stesso sesso e alle adozioni da parte di queste coppie, con devastanti effetti sulla famiglia tradizionale, base della nostra società».
Alcuni volontari dell'Arcigay locale hanno scelto di scendere in pizza non tanto come attivisti, ma come semplici cittadini che -senza bandiere o maglie- non hanno ostacolato in alcun modo la protesta ma hanno semplicemente voluto informare i passanti sulla realtà dei fatti, senza bugie e senza stereotipi.
Sui volantini distribuiti si prendeva spunto dall'articolo apparso su un quotidiano cattolico reggiano in cui le Sentinelle in piedi si presentavano alla città, all'interno del quale sono state evidenziati tutti i tentativi di rimodellare e plasmare la realtà dei fatti.
Gli insulti velati (e meno velati), i tentativi di comparare omosessualità e pedofilia, la negazione dell'esistenza della violenza omofoba, il sostenere che l'amore possa esistere solo fra chi può avere figli (sputando in faccia anche agli eterosessuali che non possono averne) non possono passare inosservati a chi magari non è solito leggere una certa stampa e non è così assuefatto da ritenere inaccettabili simili discorsi. Perché in fondo è la loro stessa propaganda a mostrare come nella pratica non si stia chiedendo di poter esercitare una libertà d'opinione, ma si pretenda il diritto all'insulto e alla calunnia nei confronti di chi rientra nella loro area di discriminazione.
«C'è chi ha tutti i diritti (ed è protetto dalla legge Mancino per le proprie opinioni religiose) e fa la vittima. E c'è chi vittima rischia di esserlo tutti i giorni» conclude il volantino. Un invito all'azione di fronte ad un silenzio che rischia di legittimare la violenza e la discriminazione.
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