Ecco il testo della legge sulle civil partnership di Renzi. La Manif pour tous: «Irricevibile»

Non bisognerà assolutamente parlare di «matrimonio» ma di «civil partnership», le coppie omosessuali potranno iscriversi in un apposito registro dedicato esclusivamente alle unioni fra persone dello stesso sesso e potranno godere degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali sposate (reversibilità della pensione, diritto alla successione in caso di morte e la possibilità di assistenza negli ospedali e nelle carceri nonché di partecipare ai bandi per le case popolari) con l'esplicito divieto all'adozione se non nel caso del figlio naturale del partner.
Secondo quanto anticipato dal quotidiano L'Unità, è questa la proposta di legge che verrà presentato in aula a settembre dal Partito Democratico. Tale disciplina sarà rivolta alle sole coppie omosessuali.
«Daremo battaglia sul disegno di legge sulle unioni civili di Renzi» ha annunciato La Manif pour tous Italia, pronta a sostenere che «l'unica regolamentazione delle unioni civili immaginabile sulla base del combinato disposto degli artt. 2 e 29 della Costituzione (perlomeno secondo il loro punto di vista, ndr) è quella di mantenere integra, nella sua esclusività sostanziale, la disciplina del matrimonio, e di tenerla altresì saldamente differenziata da una normazione civilistica che raccolga e in caso completi quegli specifici diritti che la giurisprudenza ha già riconosciuto spettare alla persona in ragione di una stabile convivenza di vita». Insomma, tutto deve rimanere com'è e il matrimonio eterosessuale dev'essere un privilegio riservato a loro.
Dalla propria pagina Facebook, la Manif pour tous Italia ha anche lanciato una sua proposta: «un testo da inserire nel codice civile in cui prevedere agevolazioni per i conviventi per tutto quello che riguarda i rapporti privati tra di loro, patrimoniali (eredità) o morali (assistenza sanitaria etc). Nemmeno a parlare ovviamente di "adozioni a metà", che sarebbero solo il primo passo per l'adozione completa. Ma bisogna anche evitare di creare un nuovo soggetto concorrente alla famiglia in tutti i casi in cui lo Stato prevede interventi di solidarietà sociale come i bandi per le case popolari: assurdo parcellizzare ancor più i richiedenti quando le risorse per le famiglie sono già minimi. Quindi: da una parte riconoscere tutto quello che riguarda la dimensione interpersonale della coppia, ma dall'altra non farne un soggetto pubblico competitivo con la famiglia nelle circostanze citate».
Insomma, la richiesta è che i gay paghino i costi sociali delle coppie eterosessuali (anche quelle prive di figli, ovviamente) senza ottenere diritti o riconoscimenti pubblici per le proprie unioni.