Usa: parte la campagna per debellare le pericolose "terapie riparative" entro i prossimi 5 anni

Si chiama #BornPerfect ed è la campagna lanciata dal National Center for Lesbian Rights che mira porre fine a qualsiasi tipo di "terapia riparativa" dell'omosessualità praticata negli Stati Uniti. L'obiettivo è ambizioso, dato che i promotori contano di raggiungere quel risultato entro i prossimi cinque anni.
Alla campagna volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla pericolosità di queste pratiche si affiancherà un'attività nelle aule dei tribunali, volta a chiedere la protezione dei bambini lgbt e la loro sicurezza.
«Per più di vent'anni abbiamo lavorato per proteggere i bambini lbgt da queste pratiche -si legge sul sito- abbiamo difeso la legislazione che tutela i giovani da queste pericolose pratiche in California nel 2012 e nel New Jersey nel 2013. Oggi stiamo lavorando con i legislatori e i leader lgbt di una dozzina di altri stati, contribuendo a portare protezioni simili nel resto del Paese. Siamo impegnati a porre fine una volta per tutte a queste pratiche pericolose e stigmatizzanti in tutto il Paese, relegandole alla pattumiera della storia e garantendo che ogni bambino possa sapere che è #BornPerfect».
La campagna è stata lanciata nello stesso mese in cui il Partito Conservatore del Texas ha incluso la difesa delle "terapie riparative" nel proprio documento programmatico.
Sotto il nome di "terapia riparativa" rientrano una serie di pratiche volte a cambiare, ridurre o sopprimere l'attrazione nei confronti di persone dello stesso sesso o l'identità di genere dei pazienti, troppo spesso minorenni.
I mezzi utilizzati sono i più disparati e vanno dagli abusi, all'elettroshock, dall'uso di materiale pornografico alle celle di isolamento. In Cina si sono addirittura spinti a riprodurre una scena del film Arancia Meccanica, costringendo i pazienti a guardare scene pornografiche gay dopo aver assunto farmaci che gli provochino il vomito, tentando così di far associare il malessere fisico a quelle immagini.
Il problema è che non c'è nulla che debba essere curato ed è per questo che tale pratiche sono spesso inefficaci se non sui soggetti con personalità deboli (gli unici che finiscono finiscono con l'accettare la volontà di chi vuol imporgli un cambiamento forzato). Ben più comuni, invece, sono gli effetti che conducono alla depressione e all'autolesionismo, spesso legati alla soppressione della vera identità sessuale. Non a caso tutte le principali società scientifiche hanno screditato tali pratiche (ormai sostenute solo da gruppi religiosi e da cliniche che hanno interessi economici diretti).