Alliance Defending Freedom si sente discriminata perché non è libera di discriminare gli altri


L'io. È attorno a quell'unico concetto che è ruotato l'intero discorso pronunciato dinnanzi all'Osce da Paul Coleman, portavoce dell'Alliance Defending Freedom, in occasione di un incontro con l’Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa. Un'«intolleranza» e una «discriminazione» che a suo dire sarebbe rappresentata principalmente dall'approvazione in Francia e in Inghilterra di leggi contro l'omofobia.
A sostegno della propria tesi ha portato il caso di un una diocesi che stata citata in giudizio per aver rifiutato un lavoro ad un uomo solamente perché gay: «Siamo destinati a vedere sempre più casi riguardanti la libertà religiosa -ha sostenuto- dove delle persone vengono denunciate e minacciate legalmente solo perché continuano a pensare che l'umanità si divide tra uomo e donna». Peccato che -che lui lo voglia o no- un gay è un uomo ed è anche parte dell'umanità. Nel suo ragionamento si prende in esame solo il proprio diritto a non voler avere nulla a che fare con una persona che nel suo privato va a letto con chi vuole, infischiandosene completamente del diritto all'esistenza di quest'ultimo. L'idea proposta è che il suo diritto alla discriminazione debba avere il sopravvento sul diritto all'esistenza, al rispetto e al lavoro dell'altro.

Tale concetto viene ribadito più volte, sostenendo anche che «il discorso d'odio non è un concetto universalmente riconosciuto» e che non dev'essere vietato dato che inibirebbe «le possibilità di arrivare alla verità [...] Se queste leggi sopprimono la possibilità di un libero scambio d'idee, sopprimono anche la possibilità di scoprire che magari le nostre idee erano sbagliate, di correggerci e migliorarci». Ancora una volta, però, si sorvola sul fatto che le idee sbagliate possono distruggere la vita altrui, calpestare la loro dignità o spingeli al suicidio. Ma ancora una volta il concetto non è quello di preoccuparsi del prossimo, ma solo rivendicare un presunto diritto di poter imporre il proprio pensiero.
Va sottolineato anche come la sua teoria legittimerebbe qualsiasi violenza: perché un'insegnante non dovrebbe poter insegnare a scuola che le altre etnie inferiori, così magari si potrebbe rendere conto di aver sbagliato... O perché non si potrebbe pretendere che un bambino mussulmano non sia ammesso nella classe del figlio? Anche in questo caso il genitore potrebbe accorgesi ad aver commesso un'ingiusta discriminazione (e poco conta se quel diritto negato potrà aver condizionato la vita dell'altro: come già ribadito, gli altri sono sacrificabili).

Per capire meglio l'ideologia di Coleman è sufficiente osservare la sua curiosa teoria per la quale i diritti umani sarebbero nati solo «per limitare il potere dello Stato e aumentare la libertà dei cittadini». La sua organizzazione si vanta di lavorare «giorno e notte per convincere i delegati o i rappresentanti dei vari Paesi che che [i diritti della persone lgbt] non siano ciò che la gente vuole», ne consegue che l'idea sia quella di presentarsi come maggioranza e chiedere che le minoranze siano schiacciate nel nome dei diritti umani (anche se tale immagine è più assimilabile all'ideologia nazista che a quella cristiana). Si pretende poi che gli stati non si occupino di fornire uguali diritti a tutti, lasciando che sia la legge del più forte a prevalere.
L'uomo non ha poi mancato di sostenere che ci siano priorità più importanti dei diritti individuali e si è spinto sino a sostenere che termini come «orientamento sessuale» e «identità di genere» siano una sorta di «codice segreto» di cui non è possibile capire il significato.
Non sono mancati poi gli evergreen di quasi tutti i gruppi cattolici europei come il sostenere che una legge contro le discriminazioni sia da intendersi come un «reato d'opinione», naturalmente da ritenersi tale solo se a difesa dei diritti altrui e non certo quando si acquisiscono le tutele (così come nel caso della Legge Mancino che da oltre vent'anni tutela, fra gli altri, proprio i gruppi cristiani).
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