Intervista a Michele Di Giacomo


L'attore Michele Di Giacomo è originario di Cesena e milanese d'adozione: si trasferì nel capoluogo lombardo a diciannove anni per diplomarsi alla Scuola D'arte Drammatica Paolo Grassi, decidendo poi di non lasciarlo più. Laureandosi in lettere, ha continuato a perfezionare la sua tecnica tecnica grazie all'incontro con il regista Massimo Castri. In teatro ha affrontato testi di ogni genere, ha preso parte a numerosi spot, ha partecipato alle fiction "Terapia d'urgenza" e "Anna German un angelo dal paradiso", alle sit-com "Piloti", "Gamers" e "Cinemaniacs" ed al film di Silvio Soldini "Cosa voglio di più". Ora la sua nuova sfida è il web, con la sua partecipazione alla webseries "Lista di nozze" (attualmente alla ricerca di finanziamenti attraverso un crowdfunding a cui chiunque può prendere parte).

In più occasioni hai raccontato di credere molto in questo progetto. Ti va di spiegarci il perché?
Perché parla di diritti e i diritti riguardano tutti. Una società civile e libera deve fondarsi sulla libertà dei singoli e sulla possibilità di avere tutti gli stessi diritti. In questo caso parliamo di diritto al matrimonio per le coppie omosessuali e l'Italia paese da sempre di arte, cultura e letteratura si ritrova oggi così indietro rispetto alle unioni per le coppie dello stesso sesso, sorda e arroccata a vecchi e insensati principi, quando molti altri paesi hanno già leggi che permettono a tutti di scegliere se sposarsi, vivere una vita assieme riconosciuta davanti allo stato. Lo stato deve offrire la scelta, lo deve permettere. Un legge sul matrimonio per le coppie omosessuali si fonda perciò su un diritto che riguarda tutti: quello della libertà di scelta, perciò la leggere riguarda tutti noi cittadini. Per quello dovremmo essere tutti sensibili e indignati per la situazione presente.

Chi è il tuo personaggio?
Il mio personaggio è Leo. Un giovane brillante, che ama la vita, allegro, frizzante e perdutamente innamorato di Arnaldo. Un uomo più maturo di lui, colto e raffinato. Leo è moderno, pop è lui il motore brioso delle coppia. Anche se sono assieme da poco, Leo pensa già ad un matrimonio col suo Arnaldo che invece sembra più allergico alla cosa, sia perché non è dichiarato sia perché ha paura della parola matrimonio. Insomma Leo e Arnaldo sono una normale coppia ma di non normale c'è che il loro discutere di matrimonio si scontra contro l'impossibilità di poterlo realizzare.

La puntata pilota della serie è stata girata a Roma nel 2012. Cos'è successo nel frattempo?
Si abbiamo girato una pilota nel 2012 della durata di 30 minuti pensata per la televisione. Avevamo canali interessati e contatti che erano molto propensi alla realizzazione. Poi però la cosa non è andata a buon fine. Una serie di 10 puntata da 30 minuti ciascuna significavamo un investimento importante e forse la tv non era pronta per investire e realizzare una serie che parlasse di coppie omosessuali, tema ancora troppo spinosa. Ma non ci siamo dati per vinti e abbiamo deciso di continuare, di bypassare le produzioni ufficiali e con coraggio abbiamo pensato al web: al produzione del basso. Ora la puntate dureranno meno e avremmo un ritmo più calzante e ironico, con una struttura più precisa.
Abbiamo piattaforme web interessate, altri finanziatori ma la scelta e rivolgerci alla gente.
Non ce la fanno fare bhe noi la faremo con l'aiuto di tutti, perché parla a tutti la sit-com.

Spesso c'è chi sostiene che le serie gay possano essere rivolte solo ad altri gay. Condividi quella tesi?
Assolutamente no. La serie parla a tutti, come dicevo prima, perché sui diritti ci si rivolge a tutti. Inoltre la serie è piena di divertimento e ironia e non parla solo del matrimonio. Leo e Arnaldo gestiscono un negozio di Lista di Nozze e hanno un visione diversa di come debba essere il taglio dell'attività. Per Arnaldo dovrebbe essere una galleria d'arte per Leo, più pop e moderno decisamente no. Quindi la comicità si basa sulla loro diversità, sui piccoli litigi e riappacificazioni, si parla di coppia e di amore. Ogni puntata tocca un aspetto della preparazione al matrimonio: torta, bomboniera, abiti, scelta della chiesa etc. Insomma si parla di tutto ed è rivolta a tutti.

Nell'interpretare un gay, quant'è alto il rischio di cadere in facili stereotipi?
Altissimo. Noi non vogliamo caderci ma vogliamo che la serie si leggera ed ironica anche se con momenti di riflessione e profondità. Crediamo che l'ironia sia l'arma giusta per arrivare a tutti, col sorriso si possono scatenare riflessioni e reazioni. Quindi il taglio recitativo sarà assolutamente naturale ma divertente. Leo e Arnaldo devono essere diversi. Leo giovane, alla moda, moderno, Arnaldo più classico e raffinato ma devono essere due persone, una coppia normale. Lo stereotipo è spesso basato su una verità ecco noi useremo quella verità senza renderla banale o superficiale o facile, quel modo di fare comicità lo lasciamo ad altri.

Credi che Internet potrà portare ad un crescendo delle produzioni indipendenti? Dato che hai lavorato anche per produzioni più tradizionali, quali sono le differenze più evidenti che hai notato?
Internet è il futuro ed una grande risorsa. Le produzioni ufficiali sono spesso poco coraggiose e devo sottostare o poteri o influenze che non permettono di toccare certi argomenti o di rischiare sui linguaggi. Molti prodotti televisivi sono timidi, con storie banali, senza piglio, fatti per piacer a tutti e non disturbare. Abbiamo bisogno di novità, professionalità e perché no, di arte anche. Nel cinema si riesce a fare ma credo che il web sia il luogo oggi di questo sperimentare. Dal web sono nati molti prodotti nuovi che poi la tv ha accolto. Ben vengano le produzione dal basso che permettono a idee nuove e fresche di essere realizzate.

Che cosa rappresenta per te la recitazione e quando hai capito che quella era la tua strada?
Da subito, fin da piccolo, fin da quando, in quinta elementare mi sono messo sul palcoscenico della parrocchia a recitare e cantare un'operetta vestito con una pelle di pecora. A pensarci ora mi viene da ridere ma ero così felice e stavo così bene che è stato naturale continuare, poi i corsi amatoriali, gli spettacoli in romagna, poi la scelta dell'accademia e ora è la mia vita. Credo nella mia scelta e nella sua importanza, credo che sia arte, cultura e intrattenimento. Amo il mio lavoro e nonostante sia duro perché incostante non potrei e non vorrei fare altro nella vita.

Hai altri progetti in cantiere?
Quest'anno ho scelto di mettermi dall'altra parte e ho scritto e dirigerò uno spettacolo sulla Prima Guerra Mondiale, rivolto ai ragazzi delle superiori. È la prima volta che scrivo ma sentivo da molto la voglia di farlo e ho voluto cominciare con uno spettacolo rivolto ai ragazzi. Abbiamo bisogno di rieducare i giovani al teatro a quello ben fatto, che parla al cuore. Credo molto in questo progetto ma anche li è dura per l'aspetto produttivo ed economico, per fortuna molti enti e teatri credo come noi nel progetto, perciò non ci facciamo scoraggiare. Decisamente no!
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