Il Kenia propone la pena di morte per i gay


«I bambini sono vulnerabili agli abusi sessuali e alla deviazione in seguito di cambiamenti culturali e tecnologie dell'informazione senza censure. Vanno protetti. Ci sono crescenti tentativi da parte degli omosessuali di far crescere i figli in relazioni omosessuali attraverso l'adozione, affidamento o in altro modo». È con questo proclamo che il partito repubblicano dei Kenya propone l'introduzione di una legge che permetta di condannare all'ergastolo i gay e di lapidarli a morte se malati di HIV, se colti durante rapporti sessuali con persone del proprio sesso al di sotto dei 18 anni o se legati da una qualche relazione di sudditanza.
In molti versi la norma ricalcherebbe leggi simili approvate in Africa, seppur aggravandone le pene. Il tutto cercando di cavalcare l'onda dell'ignoranza po, togliendo così una fonte di ricchezza alle famiglie.
Da sottolineare è come la proposta di legge preveda l'applicazione anche nei confronti di persone provenienti da altri stati, turisti e profughi dell'Uganda compresi.
La proposta ha già superato il vaglio della Commissione Giustizia ed i promotori hanno sostenuto la necessità di correre ai ripari dopo che i cittadini keniani avevano espresso condanne nei confronti delle leggi anti-gay approvate in Uganda.
Al momento l'omosessualità è punita in Kenya con pene comprese tra i cinque e i quattordici anni di carcere.
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