Empoli: l'Udc e Fratelli d'Italia chiedono la revoca del registro di matrimoni gay contratti all'estero


«Come il registro delle coppie di fatto emanato nel 1993, anche la trascrizione dei matrimoni gay celebrati all'estero nel Comune di Empoli, altro non è che un atto ideologico e pressoché privo di conseguenze giuridiche (effetti solo dichiarativi) volto a destabilizzare il patrimonio più importante della nostra società, la famiglia naturale, ed allo stesso tempo, propinare l'ideologia gender. Il tema delle unioni omosessuali è molto delicato e come minimo doveva essere affrontato preventivamente in sede consiliare, prima di procedere alla “direttiva a sorpresa”. Temiamo che questo atto sia oltre che altamente politicizzato, uno strumento regolatore di controversie correntizie interne al PD, locale e non solo». Lo affermano in una nota congiunta il consigliere comunale Francesco Gracci (Udc) ed il portavoce di Fratelli d'Italia Andrea Poggianti in merito alla delibera con cui il sindaco di Empoli ha istituito il registro per la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero.
Le rivendicazioni hanno l'area della solita lezioncina sentita da un qualche gruppo anti-gay per poi essere ripetuta a pappagallo: si dice che le unioni non hanno valore, si sostiene che le coppie gay siano una mera teoria ideologica e si sostiene che quelle azioni prive di significato distruggeranno le famiglie.
Nella loro rivendicazione i due sostengono la necessità di demandare al governo ogni decisione in merito al riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso, peraltro sostenendo che le leggi internazionali impongano diritti solo alle coppie formate fra persone di sesso opposto (il che non indica l'elusione delle altre, ndr) e che pertanto l'eterosessualità debba essere considerata un motivo di privilegio dinnanzi allo stato.
I due concludono: «Con un approccio totalmente laico, mantenendo tuttavia ciascuno poi il proprio credo, siamo totalmente contrari al riconoscimento ed alla trascrizione delle unioni omosessuali ed auspichiamo che venga aperto un confronto con la cittadinanza visto che, stando anche al sondaggio [del sito internet] Go News, limitato ma pur sempre più democratico dell'iniziativa liberale del Sindaco Barnini, ben il 62% dei lettori del giornale online sono contrari ai matrimoni gay». Insomma, i diritti dei cittadini devono essere nelle mani si sondaggi online non certificati solo perché mostrano dati a sostegno della propria ideologia discriminatoria.
Francesco Gracci aggiunge: «Presenterò intanto nel prossimo consiglio comunale una mozione per revocare la direttiva del sindaco e conseguentemente, se non ci sarà un'apertura al confronto con la cittadinanza come da noi auspicato, valuteremo l'opportunità di proseguire la nostra ferma opposizione attraverso altre azioni istituzionali o legali».
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