L'esportazione dell'odio, un viaggio fra i volti statunitensi dell'omofobia internazionale


«Esiste una rete di estremisti americani che stanno lavorando senza sosta per minare i diritti delle persone LGBT in tutto il mondo». È quanto documenta un dossier realizzato dalla Human Rights Campaign.
Secondo i dati raccolti dal Pew Research Center, la disapprovazione dell'omosessualità è un sentimento ancora molto radicato in numerose nazioni. Nella maggior parte dei 40 paesi presi in esame, oltre il 50% degli intervistati la ritiene «moralmente inaccettabile», con un numero che supera il 90% in ben sette nazioni. L'omosessualità è considerata un reato penale in quasi 80 nazioni. In tutto il mondo le persone lgbt si trovano ad affrontare sistematicamente la stigmatizzazione, la persecuzione e la violenza. Ed è bene sapere che esiste una rete di estremisti americani lavorando instancabilmente per far sì che quelle violenze continuino ad essere perpetrate.
La propaganda ha un ruolo importante nel progetto: c'è chi sostiene che i gay siano i responsabili dell'olocausto o della diffusione dell'hiv. Altri sostengono che i gay siano una minaccia per i bambini e che l'accettazione sociale delle persone lgbt porterà alla distruzione delle famiglie. C'è chi arriva a sostenere che la pena di morte sia da ritenersi una punizione adeguata per l'omosessualità. Queste sono le tesi che vengono diffuse attraverso legami con capi di stato, parlamentari e leader religiosi. L'ultima frontiera è la pressione che alcuni gruppi stanno ora esercitando presso i delegati delle Nazioni Unite.
Poi è bisogna tener conto anche del tentativo di ridefinire il senso comune di alcune parole, sfruttando le necessità di abbreviazione dialettica per rendere comune l'idea che essere pro-famiglia significhi voler combattere i diritti delle famiglie diverse dalla propria o che essere pro-vita significhi negare il diritto all'esistenza delle minoranze.
Dietro questa campagna dì'odio ci sono volti e nomi ed azioni ben note, che l'associazione ha provveduto ad identificare e documentare.


Scott Lively
È stato attivo nel movimento anti-lgbt americana per decenni. La sua prima apparizione risale al 1991, quando rivestiva la carica di portavoce per l'Oregon Citizens Alliance (OCA). A determinare il suo successo furono le sue tattiche controverse, spesso ispirate alla propaganda nazista. Abbandonato l'Oregon e trasferitosi in California, ha assunto ruoli chiave in varie organizzazioni "pro-family". È attualmente a capo del Pro-Family Law Center, da lui stesso descritta come un'organizzazione nata con l'unico scopo di contrastare con quella che lui chiama «agenda omosessuale». Nel novembre del 2014 si è candidato come governatore del Massachusetts con il fine dichiarato di «avere una base d'appoggio per articolare le mie opinioni».
Tra le sue tesi più conosciute c'è quella volta a sostenere che il partito nazista sia stato fondato dai gay. E se negli Stati Uniti Lively è considerato un estremista anche da molti gruppi anti-lgbt, la sua azione si è ora estesa all'estero: in Uganda, in Europa dell'Est, in Russia e nel Regno Unito
Nel 2002 cercò di convincere il governo ugandese di una presunta minaccia rappresentata dalle persone lgbt. Tornò nel Paese nel 2009, organizzando un convegno dal titolo "I pericoli dell'omosessualità" e gettò le basi della legge anti-gay emanata dal governo nel 2014.
Lively è stato anche un assiduo frequentatore dei paesi dell'ex Unione Sovietica. Ovunque vada, si presenta come un esperto di fama mondiale sulle tematiche lgbt ed esorta i responsabili politici a approvare leggi che reprimere i diritti e la libera espressione dei gay. Lively rivendica anche la paternità della nota legge russa sulla cosiddetta «propaganda gay», sostenendo di averla proposta già nel 2007.
Lo scorso anno ha fatto tappa in Russia e nel Regno Unito per promuovere le sue idee e si è recato a Washington DC per annunciare la formazione di una nuova Coalizione per i valori familiari.

Benjamin Bull
È il presidente dell'Alliance Defending Freedom (ADF), la più grande organizzazione giuridica della destra radicale statunitense (con un bilancio annuale di oltre 45 milioni di dollari ed uno staff si più di 40 avvocati). Venne fondata nel 1990 da alcuni leader cristiani con lo scopo di difendere in tribunale «le persone di fede». La sua azione venne descritta come «violentemente anti-gay» dal Sud Poverty Law Center e comprese la difesa della Proposition 8 in California e un'azione volta a mantenere in vita leggi texane che vietavano i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso.
L'organizzazione sostiene di avere contatti con avvocati di 31 nazioni estere, tra cui Russia, Italia, Irlanda, Messico ed Argentina. Nel febbraio del 2014 il gruppo è stato ammesso dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo come parte terza in difesa del divieto dei matrimoni gay in Italia.
L'Alliance Defending Freedom si è adoperata per mantenere in vita il divieto alle relazioni omosessuali in Belize ed ha speso migliaia di dollari per sostenere leggi anti-gay nei Caraibi. Benjamin Bull ha anche rappresentato l'organizzazione durante il World Congress of Families 2014, volto a stabilire azioni coordinate volte all'estensione della legge russa sulla cosiddetta «propaganda omosessuale» in tutto il mondo.

Jordan Sekulow
L'American Center for Law and Justice (ACLJ) ha un bilancio annuale di oltre 17 milioni di dollari. Nel corso degli anni ha versato milioni di dollari nelle tasche della famiglia Sekulow (33 milioni solo fra il 1998 e il 2011).
Fondata nel 1990 da Pat Robertson, l'ACLJ si è concentrata nel contrastare l'approvazione dei matrimoni egualitari ed ha partecipato alla stesura originale del Defense of Marriage Act (giudicato incostituzionale dalla Corte Suprema nel 2013). Nel 2003 si è anche adoperata per tentare di mantenere attivo il divieto texano ai rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso, ha sostenuto una legge anti-immigrati in discussione in Arizona ed ha finanziato una campagna contro l'apertura di un centro islamico a New York City.
L'ACLJ ha aperto uffici in tutto il mondo (Israele, Russia, Kenya, Francia, Pakistan, Sud Corea e Zimbabwe) con lo scopo di fornire servizi legali e consulenza agli individui e alle agenzie governative in materia di diritti umani.
Nel 2010 il gruppo ha investito decine di migliaia di dollari in un'azione di pressione al governo del Kenya contro una bozza di Costituzione che reputavano «troppo permissiva verso i gay». Non è riuscita a modificare la bozza, ma ha comunque ottenuto l'istituzione di corsi di educazione civica volti ad «avvertire la popolazione del pericolo derivante dall'omosessualità».
Nel giugno 2010, Giordania Sekulow ed altri funzionari dell'ACLJ si sono recati in Zimbabwe per incontrare alcuni leader politici (tra cui il primo ministro Tsvangirai) al fine di chiedere che l'omosessualità restasse un reato penale. L'ufficio Brasiliano, infine, è impegnato per chiedere la revoca dal matrimonio egualitario e la sospensione delle leggi contro la discriminazione dei gay sul posto di lavoro.

Peter La Barbera
Ha una lunga carriera da attivista anti-gay e nel 1996 ha fondato l'Americans for Truth About Homosexuality (AFTAH). In passato ha avuto un ruolo attivo fra le fila si associazioni come Accuracy in Media, Concerned Women for America, Family Research Council ed Illinois Family Institute. Ha tentato di far approvare un referendum anti-gay in Illinois, pubblica regolarmente materiale diffamatorio sui gay e ha militato in gruppi giudicati «d'odio».
Nel dicembre del 2013 si è recato in Giamaica per invita i conservatori cristiani a non abrogare la legge anti-sodomia del Paese, sostenendo che l'omosessualità sia una scelta e che sia necessariamente associata con la pedofilia. Ha cercato di convincere il governo che l'unico obbiettivo dei gay sia quello di «raggiungere una posizione dominante in il vostro paese» ed ha negato l'esistenza dell'omofobia dato che -a suo dire- i violenti attacchi registrati nei confronti della comunità lgbt sono da attribuirsi alla comunità lgbt stessa.
Recentemente si è recato in Canada per incontrare gli studenti dell'Università di Saskatchewan dove è stato arrestato dalle autorità per aver distribuito «materiali d'odio» su presunti pericoli rappresentati dall'omosessualità. Insieme a Scott Lively lavora ad un piano per esportare negli Stati Uniti la legge russa sulla cosiddetta «propaganda omosessuale». Ha anche pubblicamente elogiato l'Uganda per aver introdotto l'ergastolo per i gay, sostenendo che qualsiasi passo verso la depenalizzazione dell'omosessualità apra «un vaso di Pandora dei diritti e di pericolose libertà per i gay».

Paul Cameron
Il Family Research Institute è essenzialmente un'associazione che ruota attorno ad un'unica persona: Paul Cameron (con il figlio chiamato a rivestire il ruolo di vice presidente).
Ottenuto un dottorato in psicologia presso l'Università del Colorado, da decenni l'uomo pubblica documenti "scientifici" sui presunti pericoli dell'omosessualità. Il suo lavoro è stato ritenuto illegittimo dalle organizzazioni professionali e negli anni '80 è stato espulso dalla American Psychological Association in seguito alle denunce sporte dai suoi colleghi che hanno dimostrato come abbia «deliberatamente travisato» il loro lavoro per sostenere le sue tesi anti-gay. Nonostante ciò, i suoi scritti continuano ad essere citati da giudici, leader religiosi e legislatori del Massachusetts e del Colorado.
Dal 2008 Cameron ha più volte visitato la Russia e l'Europa dell'est per diffondere le sua "ricerche". Ha partecipato ad tavola rotonda intitolata "Deviazione delle norme sociali nella società moderna" presso Università Statale di Mosca ed ha offerto consulenza al governo moldavo nel sostenere che il calo demografico dipenda dalla contraccezione e dai diritti concessi alla comunità gay. Nel 2011 tornò in Moldavia per contrastare le leggi anti-discriminazione e nel 2013 è venne citato durante l'approvazione delle norme moldave contro la cosiddetta «propaganda lgbt» (poi abolite per poter ottenere l'ammissione nell'Unione Europea).
Nel 2013 la Duma russa lo chiamò a portare il proprio contributo in alcune discussioni parlamentari riguardanti la comunità lgbt: in quella sede diffuse false statistiche volte a sostenere che un gay su tre ha rapporti sessuali con minorenni. Nonostante la falsità del dato, parlamentare russo Alexander Sidyakin confermò come quel parere sia stato preso a riferimento come la prova inconfutabile che i bambini dovrebbero essere tolto dai genitori lgbt per essere e adottati da altre famiglie.
Anche se non vi furono contatti diretti diretto, l'Uganda citò citato i testi di Cameron e di Scott Lively per redarre la sua legge incarcera.gay. Dopo l'approvazione della norma, Cameron ha pubblicamente lodato l'operato del governo ugandese, sostenendo che per scoraggiare l'omosessualità sia necessario ricorrere a pene severe paragonabili a quelle inflitte a chi compie un omicidio.

Sharon Slater
Una delle attività primarie del Watch International (di cui la Slater è presidente) è l'organizzazione di un evento annuale strettamente riservato a delegati selezionati delle Nazioni Unite dal titolo "Global Policy Forum". Tra gli obiettivi dichiarati c'è l'esercitare «pressioni sui governi africani per resistere l'ordine del giorno anti-familiare delle Nazioni Unite». Il tutto attraverso una formula lobbistica.
La slater ha organizzato conferenze "pro-family" a Nairobi e in Mozambico nel 2002 e nel 2006 ha viaggiato in Costa Rica, Panama, Brasile, Ecuador, Nicaragua, Messico, Perù, Portogallo, Argentina, Guatemala, Cina, Hong Kong, Thailandia, Germania, Regno Unito, Scozia, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Svizzera, Italia, Arabia Saudita, Egitto, Israele, Mozambico, Swaziland, Sud Africa, Uganda, Nigeria e Kenya.
Nel 2009 iniziò la sua attività anti-gay in Nigeria e nel 2011 riuscì ad ottenere incontri con funzionari governativi di alto livello (tra cui le mogli del vice-presidente e del vice-presidente del senato, il ministro per le donne e il procuratore generale) per invitarli a «resistere» all'idea di depenalizzare l'omosessualità. Nel 2012 tornò in Nigeria una terza volta per il Congresso Mondiale delle Famiglie. Ottenne la firma del presidente nigeriano ad un inasprimento delle pene nei confronti della comunità lgbt (con pene detentive sino ai 14 anni, il divieto al matrimonio gay e il divieto di appartenere a gruppi per i diritti gay).

Robert Oscar Lopez
Lopez non appartiene ad alcuna organizzazione formale. Viene comunque considerato una stella nascente del movimento anti-gay grazie alle testimonianze che è solito portare nei convegni a cui partecipa: dice di essere un "ex-gay" e si lamenta della sua esperienza di crescita con una madre lesbica (ovviamente attribuendone la colpa all'orientamento sessuale e non alla persona).
Per non farsi mancare nulla, Lopez sostiene anche aver vissuto una vita dedita alla droga e alla promiscuità sino a quando non ha incontrato la donna che ha sposato e che l'ha reso padre. Tutti i suoi discorsi riportano sempre le stesse affermazioni che, a sulo dire, costituirebbero una testimonianza inequivocabile della «tossicità della cultura gay».
Tra il marzo del 2013 e l'aprile del 2014 ha viaggiato almeno quattro volte in Europa, intervenendo alle manifestazioni della Manif Pour Tous francese. Nell'aprile del 2014 ha attraversato l'Atlantico ancora una volta per portare la sua "testimonianza" in un evento organizzato in Italia, ad oggi l'unico grande paese dell'Europa occidentale priva di protezioni legali nei confronti dei cittadini lgbt.

Brian Brown
È il presidente della National Organization for Marriage (NOM). Nel 2012 la sua organizzazione ha registrato quasi 11 milioni di dollari di entrate pur chiudendo il bilancio con un debito di 2,7 milioni di dollari. Il motivo di quel bilancio disastroso è attribuibile al fallito tentativo di bloccare l'approvazione del matrimonio egualitario in tutti gli States. Da segnalare è anche la multa inflittagli dal comitato etico del Maine in seguito a «significative violazioni del diritto» legata alla mancata segnalazione di tutti i suoi contributi alle varie campagne elettorali.
Il NOM venne fondato nel 2007 in occasione del referendum californiano sulla Proposition 8 ed i suoi attivisti presenziarono a quasi tutti i seggi per tentare di impedire per via costituzionale il matrimonio egualitario. Con il passare del tempo, però, la diminuzione di consensi spinse l'organizzazione a cambiare direzione: originariamente concentrata solo sulla questione dei matrimonio, il NOM ora si oppone anche alle tutele per i lavoratori lgbt nonché nuova legge della California che permette agli studenti transgender di poter partecipare a tutte le attività scolastiche.
Il dissesto finanziario ha spinto Brian Brown a cercare nuovi sponsor in ogni parte del mondo. Nel maggio del 2012 si è recato in Spagna per partecipare al Congresso Mondiale delle Famiglie per promuovere la sua associazione che «era stata in grado di garantire grandi vittorie elettorali contro il matrimonio egualitario». A gennaio si è recato a Parigi per affiancare la Manif Pour Tous ed offrirsi come fornitore di supporto tecnico e retorico per la loro campagna. Ospitò anche uno dei suoi fondatori alla Marcia per Matrimonio tenutasi a Washington DC lo scorso giugno.
Nello stesso mese ha partecipato al Congresso Mondiale delle Famiglie organizzato a Trinidad e Tobago per sostenere la necessità di vietare i matrimoni gay ai Caraibi. Nel 2013 fu la volta della sua partecipazione al Congresso Mondiale delle Famiglie e venne accompagnato in Russia da cinque attivisti anti-gay francesi per opporsi alla possibilità di permettere l'adozione degli orfani da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso. Solo dopo pochi giorno, Putin firmò una legge che vietava l'adozione di orfani russi da parte di coppie dello stesso sesso o singolo che risiedono in Paesi in cui il matrimonio omosessuale non è illegale.
È poi tornato in Russia per incontrare Yelena Mizulina (l'autore della legge sulla cosiddetta «propaganda omosessuale») ed altri membri influenti della Duma.

Larry Jacobs
Larry Jacobs è il volto pubblico più visibile del World Congress of Families (WCF), un'organizzazione che si batta a livello globale contro i diritti lgbt. Le loro iniziative hanno ottenuto un ampio appoggio da parte dall'amministrazione di George W. Bush per oltre otto anni e lo stesso presidente inviò una lettera ad un convegno per vantarsi di come la sua amministrazione avesse lavorato nell'ottica di «preservare la santità del matrimonio e proteggere il benessere benessere dei bambini». Nel novembre del 2013 le porte di Capitol Hill vennero aperte al alcuni rappresentanti del gruppo e alla conferenza che organizzarono per il Congresso sul tema di ciò che l'America «avrebbe dovuto imparare» sulle legislazioni "pro-famiglia" di Paesi come la Russia.
Nel 2010 Jacobs incontrò alti funzionari russi ed anche Yelena Mizulina, autore della legge contro la cosiddetta «propaganda gay». Ed è lui stesso a vantasi di come la sua organizzazione abbia contribuito attivamente all'approvazione di quella norma ed un'altra serie di normative anti-gay russe. Nel resto dell'Europa dell'Est, invece, la loro opera si è concentrata principalmente nel tentare di far vietare lo svolgimento dei gay pride nazionali.
Il WCF è stato attivo anche in Africa, organizzando convegni in Nigeria e Kenya e finanziando un evento che portò la first lady dell'Uganda a parlare a New York. Nel 2012, dopo un convegno di Jacobs sulla «sessualità sana», la Nigeria ha inasprito le sanzioni contro i cittadini lgbt.
La nuova frontiera della loro colonizzazione pare sia l'Australia, dove Jacobs ha incontrato decine di esponenti della destra conservatrice. Insieme alla National Marriage Coalition, all'Australian Family Association, alla Endeavour Forum e al Dads-4-Kids Foundation, nel 2012 ha contribuito attivamente alla bociatura della proposta di legge per l'introduzione del matrimonio egualitario in Australia.

Brian Camenkers
Brian Camenker è il fondatore di MassResistance, un gruppo anti-lgbt del Massachusetts che è stato classificato come un gruppo d'odio da parte del Southern Poverty Law Center.
Nel 2013 si è recato in una conferenza tenutasi in Giamaica come relatore a sostegno della necessità di mantenere in essere la penalizzazione dell'omosessualità. È anche il produttore di un "documentario" di 28 minuti che ha provveduto a distribuire agli attivisti anti-gay di Australia, Hong Kong, Finlandia, Svezia ed Estonia.
In occasione delle Olimpiadi di Sochi ha partecipato ad alcune trasmissioni russe per sostenere pubblicamente che «ci sono pochi atleti gay a causa dei problemi psicologici del loro stile di vita omosessuale».

Mat Staver e Michael Brown
Il Perù ha iniziato a divenire il bersaglio di numerosi attivisti anti-gay statunitensi da quando ha mostrato l'intenzione di approvare una legge sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso.
Nel novembre del 2013 alcuni rappresentanti della Virginia's Liberty University, tra cui il rettore e il conduttore radiofonico Mat Staver, viaggiarono a Lima per parlare dinnanzi al congresso peruviano ed «incoraggiare i peruviani a rimanere forti» contro i diritti lgbt. Nell'occasione sostennero anche che fosse stato Obama ad aver fatto pressioni verso l'adozione del matrimonio egualitario nel Paese.
Michael Brown, invece, cercò di convincere il congresso a temere «le conseguenze della ridefinizione di matrimonio», sostenendo fosse necessario imparare dagli «errori che abbiamo fatto in America"​​, consentendo unioni civili o matrimoni egualitari».

Janice Shaw Crouse
È fra le figure chiave delle Concerned Women for America e un membro attivo del World Congress of Families. Sin dal 2007 iniziò a sollecitare il governo ugandese riguardo alla necessità di assumere «una posizione biblica e culturale contro l'agenda omosessuale radicale».
Insieme al World Congress of Families ha viaggiato più volte in Russia per promuovere varie norme "pro-famiglia" e nel 2013 si è presentata a Capitol Hill, negli Stati Uniti, per sostenere che gli Usa hanno molto da imparare «da paesi come la Russia in materia di politica familiare».

Scott Stirm
Scott Stirm è un missionario di Waco, Texas, che ha vissuto nel Belize per vent'anni. Durante quel periodo è divenuto uno dei più accesi sostenitori della criminalizzazione dell'omosessualità nel Paese. È il direttore di Belize Action, un'organizzazione che si batte per mantenere in vigore una legge «contro la sodomia» che Strirm definisce «una buona legge che tutela la dignità umana».
In Belize i gay sono vittima di numerose violenze e molti attivisti locali sostengono che la campagna d'odio che li ha investiti sia stata in gran parte importata dagli Usa. Per portare avanti la propria propaganda, Stirm ha ricevuto un sostegno finanziario e legale da alcune importanti organizzazioni americane, tra cui la Alliance Defending Freedom and the Catholic Family e la Human Rights Institute.
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