New Jersey: confermata la costituzionalità del divieto alle terapie riparateve sui minori


Il 3° circuto degli Appelli ha confermato la costituzionalità della legge del New Jersey che vieta la somministrazione delle cosiddette terapie riparatevi a minori di 18 anni. Il caso era stato portato dinanzi alla giustizia federale da alcuni dottori e associazioni (tra cui la Narth) che sostenevano che il divieto fosse lesivo della loro libertà di parola (free speech) ed esercizio della religione (exercise of religion).
La Corte ha dichiarato che la libertà di parole in ambito professionale ha dei limiti e lo stato ha il pieno diritto di «proteggere i suoi cittadini da professionisti inefficaci o pratiche dannose». La sentenza sottolinea anche come sia «è stato presentato con evidenza che questa particolare forma di consulenza è inefficace e potenzialmente dannosi per i pazienti».
In un altro passaggio ella sentenza si legge: «Non è un'esagerazione concludere che un minore potrebbe soffrire di un danno psicologico se, ripetutamente, una figura autoritaria parli del suo orientamento sessuale, quale aspetto fondamentale dell'identità, come di una condizione indesiderata. Inoltre se la consulenza è inefficace non potrebbe essere irragionevole per il corpo legislativo concludere che il minore potrebbe darsi la colpa se gli sforzi del terapeuta falliscono».
Già un altro caso simile era stato sottoposto alla giudizio della magistratura federale. Nel caso Pickup alcuni dottori ed associazioni citarono lo stato della California, il primo stato Usa ad aver vietato simili "terapie" sui minori. Sia in primo grado che nella Corte d'Appello del 9° Circuito, i giudici avevano dato ragione allo stato. La causa giunse sino alla Corte Suprema che, lo scorso giugno, si rifiutò di ascoltare il caso.
Ora ai sostenitori delle fantomatiche terapie non rimarrà che tentare una richiesta d'appello all'intero circuito o chiedere l'intervento della Corte Suprema.
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