Un deputato del Pd accusa di intolleranza i gay che argomentano le propri tesi e li invita a lasciare l'Italia

«Di tutto c'era bisogno in Italia in questo momento, meno che di questa proditoria sentenza sulle adozioni alle coppie gay». È questa la dichiarazione rilasciata all'Ansa da Simone Valiante, deputato del Pd. Se già di per sé è curioso vedere un politico che si scaglia contro l'attuazione di una promessa elettorale (la step child adoption è nel programma scelto con il 70% dei voti al congresso del Partito Democratico), il peggio si è poi visto su Twitter.
Un utente del social network gli ha infatti suggerito: «Si rilegga cosa prevede l'articolo 44 della legge numero 184 del 4 maggio 1983 sotto la dicitura "adozioni in casi particolari"». Quasi a voler citare Giovanardi, il deputato ha risposto: «Ah si? Leggiti la Costituzione». A quel punto l'utente gli ha spiegato: «Un genitore può adottare un minore già figlio del proprio partner, nel caso questi lo abbia avuto da un precedente matrimonio. Oggi bisogna tener conto delle nuove formazioni sociali, è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli alla pari uguaglianza. Rilegga gli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione. Se non è d'accordom le consiglio di cambiare partito. Buona serata». In tutta risposta Valiante ha risposto: «Cambia Paese tu».
Esatto: un deputato della Repubblica ha invitato un libero cittadino ad abbandonare l'Italia dato che aveva osato contraddire il suo pensiero. Neppure fossimo in una monarchia assoluta.
A quel punto nella discussione è intervenuto anche Daniele Viotti, europarlamentare del Pd, che ha commentato: «Ma ti pare che un parlamentare Pd invita un cittadino italiano a cambiare Paese? Ma scherziamo? Consiglio rettifica».
Con il montare della polemica, Valiante ha provato a difendersi sostenendo che: «Cambiare Paese era per chi non rispetta il confronto e insulta, non per i gay». Ed ancora: «rivendico i diritti di un minore ad una mamma ed un padre», «ho una posizione chiara sulla vicenda adozioni e ho diritto di difenderla», «ho già spiegato che deve cambiare Paese chi manifesta intolleranza per idee degli altri». Poi si è lanciato addirittura nell'invocare l'aiuto di Matteo Renzi e de Il Mattino di Napoli dicendosi «assalito da gay e lesbiche per aver difeso i diritti di un minore».
Ecco che l'aver citato le leggi dello stato viene descritto come «un assalto» e manifesta «intolleranza» nei suoi confronti, quasi un affronto alla sua libertà di poter sostenere una tesi senza avere appigli da citare a chi introduce nella discussione elementi giuridici e diritti fondamentali. Anche il suggerimento a cambiare partito non può certo apparire un insulto, soprattutto considerato come sia stato lui stesso a prendere le distanze dal programma del Pd per citare gli slogan di Fratelli d'Italia e della Manif Pour Tous.
Interessante sarebbe anche capire su quali basi Valiante ritenga che un minore possa essere tutelato attraverso il mancato riconoscimento giuridico di una delle sue madri: a questo punto il deputato tuteli sé stesso e si faccia togliere uno dei suoi genitori. In tal modo potrà vedersi negato il permesso di assistere se dovesse finire in ospedale o si ritroverebbe a versare le tasse sull'eredità in caso di decesso. Qualora non volesse tale privilegio, l'unica spiegazione plausibile apparirebbe l'ipotizzare che non si tratti di tutele.
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