Una risoluzione dell'Onu stabilisce che i diritti lgbt sono diritti umani


Con 26 voti a favore, 14 contrari e 7 astenuti, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione in cui si chiede aell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani una relazione che evidenzi le violazioni dei diritti umani sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.
Può sembrare una cosa da poco ma non lo è. Per la prima volta, infatti, un documento rilasciato dal Palazzo di Vetro afferma che i diritti lgbt sono diritti umani. Si tratta dunque di un precedente importante che abilita i funzionari delle Nazioni Unite a poter lavorare sui diritti lgbt.
La risoluzione è stata fortemente osteggiata dall'Egitto e dagli altri membri dell'Organizzazione per la cooperazione islamica, pronti a parlare di «imperialismo culturale» e di un attacco all'Islam.
Il rappresentante dell'Arabia Saudita si è spinto sino a sostenere: «A mio parere, questa [risoluzione] è una violazione dei diritti umani». Il rappresentante del Pakistan è stato ancora più esplicito: «La più ampia connotazione delle parole "orientamento sessuale" può essere distruttiva e nemica della nostra fede musulmana e per tutti i nostri giovani».
Fortunatamente, però, ogni tentativo di intaccare il documento attraverso vari emendamenti è finito con un nulla di fatto. Determinante è stata l'astensione di Congo, Sierra Leone e Namibia che hanno deciso di non appoggiare il voto contrario sostenuto dagli altri Paesi africani, così come anche il Kazakistan ha scelto di astenersi e di non seguire nel voto gli altri membri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica.
Nella proposta originale si sarebbe dovuto dar vita ad una relazione sui diritti lgbt ogni due anni, ma nel documento finale votato venerdì si è scelto di limitarla ad una sola stesura.
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