Anche nel 2015 l'Orthodox Wall Calendar sfida l'omofobia organizzata della Chiesa ortodossa


Anche quest'anno l'Orthodox Wall Calendar torna a denunciare l'ipocrisia dei religiosi che hanno una doppia morale e che non esitano a puntare il dito contro le unioni gay pur essendo protagonisti di comportamenti assai meno morali.
La storia raccontata dalle immagini parte dalla riva destra del fiume Moskva, nel sud di Mosca, dove alcuni sacerdoti credono che le unioni tra persone dello stesso sesso non sono un segno di un'imminente apocalisse come sostenuto dal Patriarca ortodosso russo Kirill. L'acronimo che accompagna l'opera (S.A.L.I.G.I.A.) preannuncia già un viaggio fra i sette vizi capitali, sottolineando come l'omosessualità non rientri fra questi e come Gesù Cristo non abbia mai parlato dell' omosessualità come di un peccato.
Eppure, nelle parole di molti esponenti della gerarchia ortodossa, le persone lgbt sono improvvisamente diventate i peccatori peggiori... motivo per cui il calendario si domanda che fine abbiano fatto l'ira, l'avarizia, l'accidia, la superbia, la lussuria, l' invidia e la gola.
A tre anni dalla sua nascita, l'Orthodox Wall Calendar risulta tutt'ora l'unico sforzo mondiale contro l'omofobia organizzata nella regione ortodossa. «Il nostro team creativo -dichiarano- è entusiasta di lavorare ad una nuova serie di scatti che illustrano gli antichi peccati dimenticati da una Chiesa in declino, ossessionata nel demonizzare la comunità lgbt».
Nella sua edizione 2015 l'opera è disponibile nella versione classica e in una versione esplicita, il tutto corredato dalla possibilità di gustarsi il dvd con l'immancabile making of del servizio fotografico.

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