Isis, due giovani gay lapidati in Siria


«Atti osceni con uomini». È questa la motivazione con cui lo Stato islamico ha condannato a morte due giovani di di 18 e 20 anni. Sono stati lapidati in Siria lo scorso martedì e la loro unica "colpa" era quella di amare persone del loro stesso sesso.
La notizia è stata diffusa dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) che precisa come queste siano le prime esecuzioni motivate dallo Stato islamico con una simile accusa. Sino ad oggi l'Isis aveva condannato a morte perché ritenuti colpevoli di furto, omicidio e adulterio, mai per l'orientamento sessuale.
Il ventenne è stato fermato a a Mayadin, nella provincia orientale di Deyr az Zor, dopo che i miliziani jihadisti hanno affermato di aver trovato sul suo cellulare alcune fotografie che lo mostravano intento in «atti osceni con degli uomini». Il diciottenne, invece, è stato lapidato nella città di Deyr az Zor.
Il 14 novembre scorso la Commissione d'inchiesta dell'Onu sulla Siria ha accusato l’Isis di «crimini di guerra e crimini contro l’umanità», chiedendo che i suoi dirigenti vengano processati davanti alla Corte penale internazionale. Sotto accusa sono le decapitazioni e le lapidazioni eseguite sulle pubbliche piazze, così come i continui soprusi nei confronti delle minoranze (cristiani, sciiti e curdi) e la riduzione di centinaia di donne irachene a schiave sessuali.
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