Ha fatto licenziare 29 insegnanti perché gay. Ora l'attivista anti-gay russo è rimasto vittima del suo stesso bullismo


Timur Isayev è un attivista anti-gay di San Pietroburgo che passa il suo tempo a scandagliare i social network alla ricerca di materiale che possa palesare l'omosessualità di insegnanti russi per poi confezionare dei dossier da inviare ai loro superiori. L'uomo si vanta di essere riuscito ad ottenere il licenziamento di ben 29 insegnanti grazie all'applicazione della legge sulla cosiddetta «propaganda gay».
La sua ultima vittima è un'insegnante che ha passato gli ultimi due anni a lavorare con i bambini autistici, disabili e con paralisi cerebrali. Attraverso un documento pubblicato su Vk.com (il principale social network russo) Isayev l'ha descritta come una lesbica «immorale» e con «disturbi psichiatrici». L'ha accusata di vivere con un'altra donna «malsana» ed ha sostenuto che il suo abbigliamento troppo mascolino e il suo tagli di capelli corti «può essere un cattivo esempio per il comportamento dei bambini». Su quelle basi ha sostenuto che il permetterle di continuare a lavorare sarebbe stata «una violazione della legge sulla propaganda gay della Russia». La donna è stata licenziata.
Poco chiare sono le dinamiche del provvedimento: il preside della scuola ha sostenuto di «non avere altra scelta» dato che l'ordine di licenziamento sarebbe giunta dal comune. I funzionari di San Pietroburgo, invece, sostengono di non essersi occupati del caso e che la decisione sarebbe stata presa in piena autonomia direttamente dalla scuola. Fatto sta che tutti si sono affrettati a far ricadere la responsabilità su qualcun altro, ma nessuno si è sentito nel dovere di criticare o mettere in discussione la decisione.
La buona notizia, però, è che Isayev pare sia rimasto vittima del suo stesso bullismo. In alcune delle lettere inviate alle scuole, infatti, l'uomo avrebbe usato il suo vero cognome, ossia Bulatov. Ciò avrebbe permesso alle autorità di poter appurare come la sua identità sia la stessa di un uomo che era stato multato di 100mila rubli e condannato a due anni di carcere dopo essersi impossessato indebitamente di alcuni fondi dell'azienda per cui lavorava. Ai tempi riuscì a fuggire prima dell'arresto ma ora dovrà rispondere di quei reati.
Allo stesso modo un altro rapporto lo vedrebbe come responsabili di alcuni crimini di strada tra cui anche alcuni furti. La settimana scorsa settimana l'uomo è stato trattenuto dalla polizia per 18 ore in relazione a quelle accuse.
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