Il Cile approva la legge sulle unioni gay


Con 86 voti a favore, 23 contrari e due astenuti, la Camera dei Deputati cilena ha definitivamente approvato un disegno di legge che riconosce le unioni civili tra coppie gay e lesbiche.
«Questa è una legge che non discrimina e offre protezione a tutte le coppie e le famiglie del paese -ha dichiarato il portavoce del governo Alvaro Elizalde- una svolta che siamo orgogliosi di come un governo».
La norma permetterà alle coppie formate di persone dello stesso sesso di poter ereditare reciprocamente immobili, avere piano sanitari congiunti e ricevere prestazioni pensionistiche.
Alla vigilia del voto il Comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile aveva tentato di bloccare il progetto attraverso le parole del cardinale Ricardo Ezzati Andrello, pronto a sostenere che la visione cattolica della famiglia dovesse valere «più dell'organizzazione politica e sociale, più delle leggi e della Costituzione» e che «le unioni di fatto non si possono equiparare giuridicamente all'unione stabile ed indissolubile di un uomo ed una donna per formare una famiglia, cellula basilare della società». Più specificatamente riguardo alle unioni gay, il prelato sostenne anche che la norma fosse inutile perché, a suo dire, due dello stesso sesso che desiderano «convivere e condividere i loro beni potranno farlo senza nuove leggi». Ovviamente i diritti acquisiti non erano previsti dalla legislazione vigente durante quel discorso.
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