Il logo dell'Expo è ancora lì. Il caso del convegno omofobo di Maroni finisce in Europa


L'attenzione mondiale garantita dall'Expo 2015 avrebbe potuto costituire un'occasione per rilanciare l'Italia ma, a causa della Regione Lombardia, il risultato potrebbe essere l'esatto opposto. Il tutto è partito con l'uso del logo dell'Expo a patrocinio di un convegno omofobo ed ideologico organizzato dalla giunta lombarda e volto a sostenere che il futuro dell'umanità sia legato alla negazione dei diritti dei gay. La garanzia della faziosità dell'operazione deriva da una partecipazione riservata alle sole realtà anti-gay del Paese, tra le quali anche chi considera l'omosessualità una malattia.
Nonostante le proteste, Maroni pare non avere alcuna intenzione di rinunciare al suo convegno omofobo ed anche l'estero inizia a guardare con disappunto una simile iniziativa. Sono già partite alcune campagne volte al boicottaggio della manifestazione (al pari di quanto avvenuto in Russia con le Olimpiadi), alcuni deputati di Sel hanno presentato un'interrogazione parlamentare a Renzi ed i rappresentanti del M5S alla Camera hanno diffuso un comunicato in cui chiedono un intervento da parte del consigliere alle Pari Opportunità.
A livello europeo, gli europarlamentari Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo ed Isabella Adinolfi (tutti del M5S) hanno presentato un'interrogazione alla Commissione Europea in merito al convegno che si terrà il 17 gennaio a Palazzo Lombardia: «Un convegno che considera l'omosessualità come una malattia da curare e patrocinato da Expo con il benestare di Maroni ha dell'incredibile, specie se è chiaramente organizzato da un gruppo di associazioni che promuovono un approccio discriminatorio nei confronti dell'orientamento sessuale [...] Una di queste associazioni si propone di rispondere alla richiesta di aiuto pervenuta da molte persone, giovani e meno giovani, feriti nella propria identità sessuale, in particolare per tendenze di natura omosessuale. Desta particolare sconcerto il fatto che tale iniziativa abbia ottenuto il patrocinio dell'Expo 2015. Che il simbolo Expo fosse già opacizzato dai recenti scandali giudiziari è un fatto risaputo nel nostro paese, ma che venga usato come patrocinio per convegni che discriminano altri tipi di famiglia, come quelle omoaffettive o monogenitoriali, lo riteniamo un atto che lede i diritti civili e quelli costituzionali di uguaglianza, già scarsamente tutelati in Italia [..] Considerando il principio di non discriminazione presente all'interno della Carta dei diritti dell'Ue ed i numerosi impegni dell'Unione nel garantirne l'attuazione , si chiede alla Commissione di informarsi circa le modalità di assegnazione di tale patrocinio da parte dell'Expo e se ad esso siano stati destinati -direttamente o indirettamente- fondi europei che, evidentemente, sarebbero incompatibili con un evento di questo tipo».
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