Registro delle unioni civili a Roma: vince l'ostruzionismo


«Faremo di tutto per rinviare il voto finale sul provvedimento». È quanto aveva minacciato il leghista Marco Pomarici alla vigilia della discussione capitolina sull'istituzione di un registro delle Unioni Civili nel comune di Roma.
E così è stato. L'ostruzionismo è stato l'unico vero protagonista della seduta capitolina, caratterizzata da centinaia di emendamenti inutili buttati con l'unico obiettivo di portare all'esaurimento del tempo a disposizione. Verso le 17 si è verificato l'inaccettabile: una consigliera dell'Ncd ha tirato fuori un cartello che riportava citazioni bibliche contro le unioni fra persone dello stesso sesso mentre alcuni militanti di estrema destra hanno tentato di interrompere i lavori facendo irruzione con cartelli «in difesa della famiglia» firmati da Fratelli d'Italia. Da qui una degenerazione a cori da stadio e botte fra i presenti in sala con tanto di sospensione della seduta.
Dopo una mezz'ora di scontri, si è deciso di prorogare la seduta oltre l'orario previsto e dopo un'altra mezz'ora di inutili chiacchiere (più volte a sostenere che non ci fosse urgenza di dibattere dell'argomento che a trattare temi utili alla cittadinanza) si è finalmente iniziato a votare speditamente le centinaia emendamenti rimasti. Intorno alle 19, però, la seduta è stata tolta ed aggiornata a domattina alle 10 senza che si fosse giunti ad una votazione finale.

Intanto tutti i gruppi di centrodestra, ad esclusione di Altra Destra, hanno presentato una diffida indirizzata al prefetto di Roma per «il taglio di circa 7.000 tra ordini del giorno ed emendamenti nel corso della discussione», sostenendo che costituisca «una palese violazione del regolamento» dato che «sono rimasti solo 83 ordini del giorno e circa 200 emendamenti». Qualora il prefetto dovesse accogliere la diffida, la delibera potrebbe essere annullata.
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