La disonestà intellettuale di Adinfi


Adinolfi non è certo noto per la sua correttezza intellettuale e pare non voglia perdere occasione per rimarcare che è disposto a qualunque mistificazione pur di assecondare dei lettori omofobi e alla disperata ricerca di giustificazioni ai propri pregiudizi.
È alle 16:28 del 12 febbraio che su Facebook scriveva: «Indovinate quali sono le associazioni che vengono audite in Senato per un parere sul ddl Cirinnà?». A corredo veniva allegata un'immagine che mostrava un elenco di alcune associazioni lgbt.
Tanto è bastato per fomentare le preoccupazioni dei suoi lettori (puntualmente invitati ad acquistare il suo giornale quasi potesse rappresentare la soluzione alle loro ansie, in un sistema perverso in cui è il medesimo soggetto a crea domanda ed offerta) anche se sarebbe bastato un briciolo di onestà per notare come oggi la medesima Commissione avrebbe ascoltato una lunga lista di realtà omofobe. Ovviamente questa notizia non è stata data, così come pare ci si sia dimenticati dell'ampio spazio che il suo giornale aveva dedicato alle audizioni di personaggi come Gianfranco Amato (la cui presenza è stata imposta dal Ncd). Visti i fatti, quale scandalo scaturirebbe da una Commissione che ha ascoltato entrambe le parti? Se poi si considera come l'avere l'ultima parola è da ritenersi un vantaggio, vien da sé la sua intera polemica pare costruita sul nulla.
Un intervento simile è spiegabile solo attraverso ipotesi negative: dall'inettitudine alla volontà di falsificare la realtà, passando per rivendicazioni integraliste di chi pretende di essere l'unico a poter presentare le proprie ragioni. Difficile è non notare come un simile atteggiamento non possa che risultare controproducente dato che dimostra inequivocabilmente la totale carenza di argomentazioni a difesa di una ideologia basata solo sul mero pregiudizio.
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