L'Irlanda del Nord discute una legge per legalizzare la discriminazione dei gay


Una nuova proposta di legge potrebbe legittimare la discriminazione anti-gay nell'Irlanda del Nord. Paul Givan, un democratico dell'Unionist Party, ha infatti proposto una clausola che consentirebbe a chiunque di poter rifiutare beni o servizi alle persone gay e lesbiche sulla base delle loro convinzioni religiose quando ciò possa «promuovere o facilitare i rapporti sessuali fra di loro». La proposta ha già ottenuto il supporto da parte del leader del suo partito e dal primo ministro Peter Robinson.
Come spesso accade, i confini della norma sono molto labili. Ad esempio un ristorante potrebbe rifiutarsi di far mangiare una coppia gay dato che si potrebbe ritenere che il buon esito della serata li possa portare a dormire assieme. Un albergo potrebbe rifiutare una stanza nel dubbio di cosa potrebbe avvenire nel letto o una banca potrebbe negare un mutuo perché il possesso di una casa potrebbe agevolare i rapporti sessuali della coppia (assai più complicati se si è in mezzo ad una strada).
Forti critiche sono giunte dalle associazioni lgbt locali e da Amnesty International: «Ciò che viene proposto non è una clausola di coscienza -affermano- si tratta di una clausola di discriminazione. Non si tratta di libertà religiosa, si tratta di trattare una parte della nostra popolazione come cittadini di seconda classe. Questo cambiamento alla legge non è il benvenuto e non è necessaria. La legge colpisce già un giusto equilibrio tra il diritto umano alla libertà di religione e il diritto umano di non subire discriminazioni».
4 commenti