Secondo la Cassazione, non è discriminatorio impedire ai gay di sposarsi


È una sentenza che farà sicuramente discutere e che offende la dignità di migliaia di cittadini. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, l'Europa e la Costituzione non impongono al legislatore di estendere il vincolo del matrimonio alle persone dello stesso sesso. Alle persone omosessuali dev'essere riservato semplicemente un mero diritto «statuto protettivo» che le confini lontano da chi, per diritto di nascita, pare abbia più diritti degli altri.
La sentenza giunge in risposta ad ricorso presentato da una coppia gay che voleva sposarsi in Campidoglio e che probabilmente mai potrà farlo. I giudici sostengono infatti che «la legittimità costituzionale e convenzionale della scelta del legislatore ordinario, in ordine alle forme ed ai modelli all'interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni, conduce ad escludere» che l'assenza di una legge per le nozze omosessuali produca la «violazione del canone antidiscriminatorio».
Secondo i giudici è più sufficiente «un tempestivo intervento del legislatore» che possa dare «riconoscimento ad un nucleo comune di diritti e doveri di assistenza e solidarietà propri delle relazioni affettive di coppia» e che riconduca «tali relazioni nell'alveo delle formazioni sociali dirette allo sviluppo, in forma primaria, della personalità umana».
In riferimento alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, i giudici affermano che «l'articolo 12, ancorché formalmente riferito all'unione matrimoniale eterosessuale, non esclude che gli Stati membri estendano il modello matrimoniale anche alle persone dello stesso sesso, ma nello stesso tempo non contiene alcun obbligo». Riguardo all'articolo 8 (che sancisce il diritto alla vita privata e familiare) «è senz'altro contenuto il diritto a vivere una relazione affettiva tra persone dello stesso sesso protetta dall'ordinamento, ma non necessariamente mediante l'opzione del matrimonio per tali unioni».
In pratica la sentenza non cambierà nulla: tutto rimarrà come oggi in un limbo in cui nessuno decide nulla e in cui tutti affermano la necessità di decidere qualcosa. Qualcuno potrebbe vederci anche un lato positivo nell'implicita smentita delle teorie espressa da una certa parte politica su un presunto divieto costituzionale alle nozze gay (la Cassazione dice chiaramente che non c'è alcun obbligo, ma neppure alcun divieto), eppure è difficile non sentire l'amaro in bocca dinanzi ad una decisione che non decide, che apre qualche porta, ne chiude altre, ma alla fine rimanda la palla a chi per decenni ha fatto di tutto per non decidere.
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