La preside del Selmi vieta ai minorenni di poter ascoltare la testimonianza di una trans


È da settembre che gli studenti dell'Istituto Selmi, una scuola superiore di Modena, tentano di organizzare un'assemblea con cui affrontare i temi della transfobia e dell'omofobia. Un tema scelto non solo per l'attualità, ma anche in considerazione di come due anni fa uno studente venne costretto a cambiare scuola dopo essere stato preso di mira da alcuni bulli per il suo vestiario e i suoi atteggiamenti troppo femminili. Ora quello studente è maggiorenne, ha iniziato le cure ormonali e con l'appoggio dei genitori sta concludendo le pratiche per avere dal tribunale le autorizzazioni necessarie al cambio di sesso.
Eppure pare che in quell'istituto non sia possibile parlare di temi simili. «La preside ha tentato ogni manovra -raccontavano i ragazzi del Consiglio d'Istituto- a settembre ci hanno fermato perché, visto che il film trent'anni fa fu vietato a chi non aveva 14 anni: tutto rinviato a marzo, anziché chiedere le autorizzazioni ai genitori, come fatto in casi simili in altre scuole. Poi ci è stato chiesto il curriculum dei relatori: mai successo. Infine voleva obbligarci a un contraddittorio con un rappresentante dei cattolici o il Ceis. Bene, quale legge autorizza i presidi a censurare o a pilotare le assemblee?».
La preside, infatti, ha negato il permesso alla partecipazione di Arcigay, sventolando una lettera di protesta firmata 30 genitori come motivazione. A poco sono servite le oltre 1200 firme raccolte dagli studenti: nel nome di 30 genitori, tutti gli altri studenti sono stati privati del diritto di poter ascoltare le testimonianze che avevano richiesto.
Circa 400 studenti hanno così partecipato ad un sit-in e l'accordo raggiunto non è certo particolarmente soddisfacente: le prime tre classi (ossia quelle con ragazzi minorenni) potranno assistere alla proiezione del film "Priscilla, regina del deserto" ma poi dovranno essere allontanate in modo che non possano ascoltare le parole pronunciate dalla transgender che era stata invitata a raccontare la propria storia proprio in ricordo dei fatti di bullismo accaduti nella scuola. Ai minorenni loro sarà consentito solo di poter ascoltare le parole di una ragazza lesbica.

«Il comportamento della preside Contri è arrogante -ha tuonato Stefano Colombini, responsabile della Cgil Scuola- La responsabile dell'istituto è andata oltre i suoi compiti. L'omofobia è un problema di tutti, non è solo un'esigenza degli studenti per avere una discussione franca e aperta. Il divieto di invitare in assemblea gli interlocutori voluti dagli alunni, come dimostrano le 1200 firme, per chiamare obbligatoriamente un'altra voce dal campo cattolico o dal Ceis, è francamente incomprensibile. Dov'è scritto il divieto di invito alle assemblee? La violenza contro le minoranze è un tema che riguarda tutta la società».
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