Radio Vaticana e Manif pour tous inneggiano ad una mobilitazione contro ddl Cirinnà


Quella formata da Filippo Savarese e da Paolo Ondarza appare ormai una coppia di fatto. Il portavoce della Manif Pour tous e il conduttore di Radio Vaticana sono ormai inseparabili quando si tratta di istigare all'odio, così come le loro moine nel darsi reciprocamente ragione hanno tutto il sapore di un classico discorso di una coppietta di quindicenni innamorati.
Dopo l'approvazione del testo base del ddl Cirinnà da parte della Commissione Giustizia, i due si sono immediatamente mobilitati per sostenere a gran voce che «è tempo di una mobilitazione popolare».

Se in ballo non ci fossero i diritti di migliaia di persone, il loro dialogo apparirebbe quasi comico. Si sostiene che «nei nostri 50 circoli territoriali abbiamo raccolto la contrarietà di decine di migliaia di persone», «tutti sanno che le unioni civili previste dal ddl Cirinnà non sono altro che il primo passo verso la rottamazione del matrimonio» o che «le unioni civili sono soltanto un compromesso temporaneo per non impattare immediatamente con il dissenso vastissimo dell'opinione pubblica».
Le premesse sono dunque chiare: dato che gli omofobi da loro interpellati erano contrari ai matrimoni gay, allora necessariamente l'intero mondo non può pensare diversamente. E se qualcuno non lo dovesse fare, allora ecco arrivare anche il ricatto di chi vuole inculcare paura nel sostenere che i diritti altrui siano da ritenersi un attacco ai propri privilegi. Anzi, la minaccia viene rivolta anche a Renzi, al quale dicono che «sbandierare la rottamazione del matrimonio in faccia agli elettori, ai suoi elettori che riempiono molto spesso i circoli della Manif pour tous-Italia, commette un grave errore».

Sulla base di quelle strampalate idee si arriva all'idea di organizzare un nuovo Family day, anche se non è ancora dato di sapere se a condurlo ci saranno solo da divorziati e risposati come la prima volta. Ribadendo come la loro ideologia debba necessariamente rappresentare il mondo intero, l'associazione si lancia anche nel sostenere «se qualcuno non organizzerà una piazza di due milioni di persone, due milioni di persone si ritroveranno in quella piazza spontaneamente». In pratica si sostiene che gli italiani siano pronti ad una rivoluzione civile pur di riuscire a mantenere la reversibilità un privilegio riservato ai soli eterosessuali. I sondaggi dicono l'opposto, ma in amore e in guerra spesso si perde il limite della decenza.

Nonostante tutti gli organi predisposti abbiano più volte ribadito come il matrimonio gay non sia contrario alla Costituzione ma sia reso impossibile solo dal Codice Civile, il gruppo ultra-cattolico continua imperturbabile a raccontare che la Carta Fondamentale sarebbe stata scritta con l'unico obiettivo di dar vita ad una nuova razza ariana basate sull'orientamento sessuale. Una tesi curiosa se si considera come i Padri Costituenti abbiano scelto di parlare di «famiglia naturale» proprio per abbattere i distinguo introdotti in epica fascista.

Savarese afferma anche che nessuna proposta di legge attualmente presentata in Senato sia da ritenersi accettabile: «La proposta della Carfagna ha un vizio di fondo -dice- e cioè che va sulla strada dell'equiparazione dell'unione tra persone dello stesso sesso e la famiglia difesa e tutelata dalla Costituzione. Il testo, invece, al Senato a prima firma Caliendo anch'esso ha problematicità ma si impone più su un discorso privatistico: cioè, sul riconoscere a una persona il diritto di poter condividere con un’altra persona le questioni di vita pratica e quotidiana, le questioni matrimoniali, le questioni legate alla gestione della sanità legate agli immobili».
È quel punto che Ondarza interviene nel precisare come l'unico testo accettabile sia quello proposto dal Nuovo Centrodestra, nel quale si chiede semplicemente che non cambi assolutamente nulla. Parlando dei diritti minimi legati alla gestione della sanità legate agli immobili, dice che «a differenza di quanto erroneamente si creda, sono già riconosciute dalla giurisprudenza italiana in varie sentenze, che il disegno di legge presentato da Maurizio Sacconi del Nuovo Centro Destra collaziona in un testo unico». «Esattamente va ricordato che la grande maggioranza dei diritti che i conviventi chiedono oggi già sono disponibili per intervento o di leggi specifiche o di sentenze giurisprudenziali», gli fa eco Savarese.
16 commenti