Adinolfi: «Rivolgerò un appello ai vescovi italiani in vista dell'assemblea della Cei»


Pare proprio che Mario Adionolfi abbia scelto di coprirsi di ridicolo. Ritrovata una mediocre popolarità nel mondo dell'integralista cattolico, l'uomo che ha fallito persino come opinionista di Barbara d'Urso parla come se fosse lui il maggior esponente della Chiesa Cattolica. «Eravamo certi che saremmo stati in buona compagnia» dice riferendosi alle parole del pontefice e al suo movimento omofobo.
Poi, intenzionato a strumentalizzare le parole del pontefice sino in fondo pur di legittimare la sua battaglia ai diritti civili altrui, Adinolfi preannuncia persino un appello ai vescovi italiani affinché facciano la sua volontà e non si facciano condizionare da tutto ciò che non è propaganda contro i diritti civili delle minoranze.

Ed è proprio in difesa della propaganda omofoba che il suo giornale si è scagliato contro il Corriere della Sera e La Stampa, ritenuti rei di aver fornito informazioni imparziali anziché quella di parte scritta dai suoi amichetti della Manif Pour Tous. (da cui erano state attinte definizioni errate che erano poi state vergognosamente associate alle parole del pontefice). La correzione dell'errore ha mandato su tutte le furie Adinolfi, che scrive:

Il primo passaggio sorprendente è stato notare che le schede sulle teorie del gender sui siti internet di alcuni primari quotidiani venivano modificate. Nella prima versione riportavano correttamente la natura dell’ideologia che veniva stigmatizzata da Francesco, poi però arrivavano una serie di correzioni totalmente imbevute di errori, figli di qualche manina prona alle teorie del mondo lesbico, gay, bisessuale, transessuale. Alla fine si poteva notare un vero e proprio stravolgimento delle prime versioni pubblicate on line a caldo, subito dopo il discorso del Papa.

Non pago di aver sostenuto che la stampa dovrebbe diffondere propaganda in suo favore e non in favore della verità, l'uomo si è lanciato nel suo solito vittimismo nel sostenere che tutti siano cvorrotti perché non la pensano come lui e come il suo gruppetto di adepti. Se chiunque altro si chiederebbe perché si è da soli a sostenere tesi ridicole (peraltro basate su teorie che si è provveduto a creare e ad attribuire ad altri nonostante nessuno bi si riconosca), lui preferisce sostenere che l'Italia non prenda mai in considerazione la Chiesa (che nel suo gergo viene identificata con sé stesso):

Bisogna essere accorti e comprendere le logiche della comunicazione. Del giornalismo all’italiana, mi verrebbe da dire. Dove la notizia è sempre prona alle logiche degli interessi. E un Papa che degli interessi si disinteressa, non piace. Il Papa o si fa strumentalizzare o va silenziato, questo è l’ordine che campeggia nella testa di molti giornalistoni delle grandi testate. I cattolici lo sappiano e si regolino di conseguenza. Ciò che trovano nelle edicole italiane non è giornalismo, è ideologia e militanza.

Considerato che l'Italia è il fanalino di coda dell'Europa a causa del freno che il Vaticano rappresenta da anni nell'ammodernamento delle politiche sociali, così come è stata ripetutamente multata per i favori e i benefici economici riservati ai cattolici, ci vuole davvero una grandissima faccia tosta per non vergognarsi di scrivere simili sciocchezze! Ancor più se si sostiene che esista della disinformazione nel momento stesso in cui si dirige un quotidiano che ha l'unico scopo di diffondere strumentalizzazioni atte a creare odio sociale nei confronti della comunità lgbt.
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