Gianfranco Amato paventa violenze se i gay continueranno a rivendicare i loro diritti


Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, sta proseguendo incessantemente la sua azione di propaganda della paura nei confronti di un'inesistente «ideologia gender». Intervistato da Radio Missione Francescana, ha continuato a ripetere i suoi soliti ritornelli di sempre, utilizzando parole sempre uguali che paiono riproposte sino alla nausea per farle penetrare nel cervello di chi non ha spirito critico e si basa sul sentito dire.
Immancabile è stato anche il voler legittimare le proprie posizioni citando personaggi come il cardinal Cafarra, Bagnasco o Begoglio (noti per le loro posizioni di totale chiusura nei confronti dei diritti civili per le coppie omosessuali), così come i primi minuti sono stato un continui sostenere che «il Papa vuole», «il Papa dice», «il Papa chiede». Insomma, bisogna prendere per buono tutto ciò che viene detto perché è il pontefice a legittimare la sua posizione e un buon cristiano non deve mai soffermarsi nel chiedersi se si giusto o meno comportarsi in un determinato modo.

Tra una contraddizione e l'altra (si inizia dicendo che il gender non ha nulla a che fare con gli omosessuali ma poi si metà del tempo a parlare del perché ai gay debbano essere negati anche i diritti più basilari), Amato afferma:

Ricordo sempre uno degli interventi più belli di quando l'11 gennaio 2014 ero in Piazza santi Apostoli a Roma in una manifestazione organizzata dalla Manif Pour Tous. L'intervento più bello che ho sentito è stato quello di un omosessuale coraggioso. È salito sul palco e ha detto: "Guardate, io sono omosessuale. È un problema mio. Vivo da diversi anni con una persona. Ma attenti, non mi passerebbe mai per l'anticamera del cervello pensare che un bambino non debba avere una mamma o un papà o che il matrimonio non sia tra un uomo e una donna. Atteni, perché la stragrande maggioranza degli omosessuali la pensa come me. E soltanto una piccola lobby -ideologizzata, politicizzata e ricca- sta portando avanti queste battaglie folli strumentalizzando noi omosessuali e creando un danno alla nostra causa. Perché oggi non esiste l'omofobia ma se questi vanno avanti così con queste follie, poi l'omofobia la innescano".

Amato ha omesso di indicare come l'intervento citato non sia di «un omosessuale» qualunque, ma di Jean-Pier Delaume-Myard. Il fatto che si tratti del portavoce della Manif pour tous francese (nonché esponente degli Homovox) fa una certa differenza dato che quell'uomo vive della sua omofobia (partecipando a convegno e vendendo i suoi libri). Inoltre non si capisce perché mai la maggior parte dei gay dovrebbero pensarla come la Manif pour tous, anche se poi è sempre lo stesso discorso della stessa persona ad essere tirata in ballo (sino a prova contraria, una persona non fa la maggioranza).

Ma ad allarmarci dovrebbe essere soprattutto l'ultima frase, quella in cui si sostiene che se i gay continueranno a chiedere diritti, allora gli omofobi passeranno ad atti violenti maggiori di quelli a cui siamo abituati oggi (ossia discriminazione, istigazione al suicidio, licenziamenti, pestaggi, aggressioni, assenza di tutele legali... una serie di violenze che si sostiene non esitano anche nel momento stesso in cui la si sta incoraggiando). La frase viene attribuita a Delaume-Myard, eppure nella trascrizione integrale del discorso pubblicato sul sito della Manif pour tous Italia non c'è traccia di quelle parole. Inevitabile è pensare che si tratti di un'aggiunta di Amato, ma a quel punto sarebbe interessante sapere perché mai abbia deciso di proporla agli ascoltatori di Radio Missione Francescana quasi si volesse suggerire o legittimare una violenza nei confronti di chi rivendica dei diritti che la sua associazione vuole rimangano un privilegio basato sul diritto di nascita di chi ha un orientamento eterosessuale.

Più avanti Amato ha provato anche a cavalcare il cavallo di battaglia di Adinolfi, sostenendo che:

Posto che la posizione della stragrande maggioranza degli omosessuali è alla Dolce e Gabbana per intenderci, dietro i falsi ideali ci sono i soldi. Il dio denaro. E non tutti hanno idea della girandola di miliardi di euro che c'è dietro il buisness della procreazione artificiale delle coppie gay. Perché il vero obiettivo è quello, non il matrimonio. Perché il matrimonio è in crisi, la gente non si sposa più e non si può raccontare la barzelletta che soltando per gli omosessuali è una questione di vita o di morte e che questi non dormono la notte se non si sposano.

Riassumendo, sostiene che tutti i gay siano omofobi e che chi non odia sé stesso sia da ritenersi una persona ideologizzata e politicizzata (al contrario di lui, che si limita a diffondere una visione ideologica dell'integralismo cattolico con l'appoggio di partiti molto ben definiti). Dice anche che i gay siano ricchissimi e che chi rivendica un riconoscimento per i propri affetti lo faccia solo per alimentare il mercato dell'utero in affitto (e non certo per poter avere diritti).
Nella sua favoletta propagandistica pare quasi che la procreazione assistita non riguardi solo gliomosessuali, nonostante fiorenti mercati come l'India o la Russia richiedono proprio la comprovata eterosessualità dei genitori per procedere all'adozione. Allo stesso modo è bene ricordare che il vietare i matrimoni non cambierebbe nulla: chi ha la possibilità economica di ricorrere a quelle pratiche lo può fare anche oggi. Al massimo sarebbero i loro figli a non essere privato dai loro diritti nei confronti di uno dei genitori, così come gli altri potrebbero prendersi cura di chi è costretto vivere in un orfanotrofio (pratica che sarebbe assai più richiesta ma che Amato ha meno difficoltà a veder vietata da un'Italia catto-fascista).

A coronare il tutto c'è anche un'ultima osservazione: Amato sostiene che i gay che vogliano diritti siano «pochissimi». Se davvero sono così pochi (e pochissimi di loro hanno una disponibilità economica tale per permettersi di ricorrere alla procreazione assista), perché mai bisognerebbe mettere in piedi un carrozzone simile per contrastare cinque persone che comunque farebbero ciò che vogliono? Il sospetto è che si sappia benissimo che la motivazione non è certo questa....

Clicca qui per ascoltare l'intervento.
10 commenti