Il prefetto di Reggio Emilia annulla due trascrizioni. Arcigay: «Lesi i presupposti stessi della nostra Repubblica»


Nonostante i tribunali continuino a confermare l'illegittimità della circolare emessa dal ministro Alfano, ribadendo come un prefetto non abbia il potere di cancellare le trascrizioni (l'ultima sentenza in tale direzione è stata emessa dal TAR del Lazio lo scorso 9 marzo), pare che alla politica ideologizzata la giustizia non interessi. Ed è così che può capitare che il nuovo prefetto di Reggio, Raffaele Ruberto, abbia deciso di applicare una circolare più volte sconfessata pur di annullare le due trascrizioni di matrimoni fra persone dello stesso sesso contratte all'estero effettuate a Reggio Emilia.
Un atto che non è solo un insulto alle coppie che si vedono negare i più basilari diritti da parte di chi non ha il potere per compiere tali atti, ma anche verso quelle migliaia di cittadini che nel corso degli ultimo dieci mesi si sono adoperati per chiedere che il Sindaco della città provvedesse alla registrazione di quelle nozze.

Duro è il commento di Arcigay Gioconda: «Oggi è uno di quei giorni in cui bisogna parlare con le persone toccate personalmente, le due coppie il cui matrimonio estero viene cancellato oggi per raccomandata dal Prefetto, le altre tre coppie che volevano vedere trascritto il loro matrimonio, con la comunità LGBT cui viene ricordato ancora una volta che paghiamo le tasse e abbiamo gli stessi doveri come tutti i cittadini cittadini, ma quanto a diritti contiamo come cittadini di serie B. Ma anche con le migliaia di reggiani che ci hanno appoggiato negli ultimi 10 mesi, che hanno firmato più volte a favore delle trascrizioni. [...] In ultima analisi però dobbiamo guardare in faccia la realtà: il Prefetto ha scelto di applicare una circolare illegittima emessa da un ministro dell'Interno, Alfano, la cui opera è sotto gli occhi di tutti. Ma questo è il ministro, questo è il prefetto, questa è l'Italia, che ancora parla di miserabili unioni civili con pochissimi diritti mentre mezza Europa ha leggi contro l'omofobia e il matrimonio per tutti».

Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, preferisce parlare di una «Caporetto della Giustizia», notando come «onostante ormai diversi tribunali abbiano stabilito l'illegittimità della circolare del ministro Alfano e nonostante quelle stesse sentenze abbiano messo in chiaro che quell'annullamento non è tra le disponibilità dei prefetti, si è comunque dato seguito al diktat del Viminale, umiliando cittadini e cittadine che già erano dovuti andare all'estero per formalizzare le loro unioni. Siamo pervasi da un senso di rabbia e impotenza perché quando nemmeno il ricorso alla Giustizia ristabilisce la differenza tra le procedure legittime e gli abusi, significa che vengono lesi i presupposti stessi della nostra Repubblica. Ormai si governa con la prepotenza, vessando cittadine e cittadini, con la consapevolezza di compiere un abuso ma con l'arroganza di chi crede di essere nella posizione di poterlo fare. Nel frattempo il Parlamento, su una legge ripiego che non è il matrimonio ma le unioni civili, prende tempo, come se le attese dei cittadini e delle cittadine omosessuali fossero diverse, meno importanti, per nulla urgenti rispetto alla legge che si sta facendo passare a colpi di fiducia. E il premier, dal canto suo, oltre a non agire in nessun modo sull'operato illegale di Alfano, di fatto legittimandolo, continua a snocciolare annunci per ogni stagione, tanto che oggi può comodamente riutilizzare lo slogan di un anno fa, "unioni civili entro l'estate", dal momento che non si è premurato di specificare l'anno". "Nello sconforto di queste ore trasmetto la solidarietà di tutta Arcigay alle coppie colpite da questo ingiusto provvedimento».
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