La teoria del gender: una guida per il gay italiano


Gender! Avete preso paura? Se sì, molto probabilmente, siete quei cattolici che leggono Gayburg per poi scrivere qualche articolo di ripulsa sul giornale rosso sangue di Adinolfi; se no, allora piacere di conoscervi. Come immagino, voi che leggete siete a conoscenza dell'ultima crociata lanciata dalla Chiesa cattolica: quella contro il gender, o meglio contro quella teoria secondo la quale le differenze sessuali non esisterebbero e sarebbero pure «costruzioni sociali» (si veda l'ultimo intervento di Papa Francesco).
A questa iniziativa della Chiesa si sono poi aggiunte associazioni "aconfessionali" come La Manif Pour Tous e le Sentinelle in Piedi e testate editoriali conservatrici come Il Giornale, Libero e Il Secolo d'Italia. Dall'altra parte, invece, per contrastare questa crociata 2.0 le associazioni LGBT, l'Ordine degli Psicologi e alcuni intellettuali come Chiara Lalli, o Vito Mancuso hanno preferito la strada della negazione di questa teoria, cioè quella di ridicolizzare le conoscenze dei settori conservatori e cattolici su genere, sesso e sessualità. Di mezzo poi alla fine ci siamo noi. Giovani, o un po' meno giovani, gay italiani che devono affrontare senza mezzi adeguati questo ultimo e logorante scontro tra cattolici e laici (se effettivamente questa contrapposizione ha ancora senso).

Ho già avuto modo, in due distinte occasioni, e sempre su Gayburg, di illustrarvi l'idiozia di questo scontro. Questa volta vorrei brevemente mostrarvi come la cosiddetta teoria del gender funzionerebbe a detta dei Cattolici, mentre lascerò a futuri interventi le mie obiezioni a questa impostazione. Come ultima cosa, prima di iniziare, lasciatemi chiarire la mia posizione: tutte e due le fazioni –gli "anti-gender cattolici" e i "pro-gay"– sono in errore. Perché sono in errore lo scoprirete solo alla fine miei mie articoli.

La teoria del gender sarebbe quella teoria, come ho già detto, che negherebbe l'esistenza delle differenze sessuali, sostenendo che maschio e femmina altro non sono che delle "costruzioni sociali". Se le differenze sessuali non esistono ciò significa che il sesso è irrilevante e se il sesso è irrilevante il diritto potrà essergli indifferente. Il matrimonio dovrebbe essere aperto allora alle coppie dello stesso sesso, così anche l’istituto dell'adozione e le tecniche riproduttive.
Questa teoria, nata negli anni '70 nel solco del pensiero femminista, sarebbe poi avvalorata dalla scienza. Ci sono gli intersessuali, soggetti che difficilmente potrebbe essere identificati come maschio o come femmina e poi i transessuali che modificano il proprio sesso biologico in ragione del contrasto con il loro sesso psicologico. Infine nella letteratura scientifica –e questo sarebbe il pezzo forte– ci sarebbe il caso di un bambino castrato alla nascita e perfettamente cresciuto poi come una bambina. In ultimo il termine "sesso" andrebbe sostituito con quello di "genere".

Dall'altra parte della barricata, gli anti-gender, sostengono invece che gli intersessuali non siano dei sessi, ma, ricordando la terminologia scientifica, delle patologie, così anche i transessuali, che talaltro non modificherebbero il loro sesso biologico perché i loro cromosomi non vengono alterati né sostituite le "strutture interne" con quelle dell'altro sesso (ad esempio l'utero non viene impiantato in un Mtf, cioè in un maschio che diventa femmina). Il caso del bambino trasformato in una bambina invece sarebbe "il più tragico esperimento della teoria gender": lo psicologo che aveva in cura il bambino aveva truffato il mondo accademico presentando un'operazione mai riuscita. La fine di quel bambino è stato poi il suo suicidio all'età di 38 anni. E non è finita qui, proprio lo psicologo di questo caso, cioè John Money, è l'artefice della teoria del gender perché sarebbe stato il primo ad usare le espressioni "gender" e "ruolo di genere" negli anni ’50 del secolo scorso.

A questo punto la teoria del gender dovrebbe rifiutata con la verità che la scienza, e non quella ideologizzata di Money e delle femministe (ecco che la teoria che si fa ideologia), andrebbe dimostrando, cioè che maschi e femmine sono differenti e che quindi il sesso esiste e dovrebbe essere rilevante per il diritto. Ne conseguirebbe la totale esclusione delle coppie dello stesso sesso dal matrimonio, dall'istituto dell'adozione e delle tecniche riproduttive.

Ecco le due posizioni una ideologica, sostenuta dalle associazioni LGBT, e una veritiera, sostenuta dalla Chiesa e dalla scienza. Ma è proprio così che tutta funziona?

(Continua...)
di Andrea Pizzocaro
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