La scuola che sta con Renzi: «L'omosesssualità non è un orientamento ma una pulsione mal orientata»


Decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la riforma della scuola proposta dal governo Renzi, in uno sciopero generale che alcuni sindacalisti non hanno esitato a definire «il più grande di sempre». Tra le rivendicazioni c'era la difesa della scuola pubblica e del diritto allo studio, così come la contestazione del conferimento di poteri quasi illimitati al preside o le nuove nuove forme di sovvenzione delle scuole private.

Da tempo schierato a sostegno di un maggior finanziamento pubblico alle scuole cattoliche, il settimanale Tempi non ha mancato di contestare i manifestanti e di sostenere che non esistano motivi validi per contestare la riforma. A sostegno della propria tesi citano il parere «equilibrato e ragionevole» dell'associazione di insegnati Diesse.

A questo punto diventa interessante tentare di capire quale sia la proposta di scuola a cui quell'associazione vuole tendere. Nonostante non vi siano riferimenti espliciti, è facile immaginare temere che Diesse sia vicina all'integralismo religioso: la sezione lombarda dell'associazione, ad esempio, ha un'intera sezione del proprio sito dedicata ad un'«emergenza edicativa» che viene ravvisata nella lotta al bullismo omofobico e agli stereotipi di genere.

Ma è attraverso i loro corsi di formazione (rivolti agli educatori dell'asilo nido, della scuola dell'infanzia e della scuola primaria) che meglio spiegano il loro progetto. La loro scuola teme «la messa in discussione dell'identità sessuale esalti un fenomeno già presente in altre forme nella cultura» e sostiene che i «gruppi LGBT sono una minoranza però rumorosa, ideologicamente orientata e che pretende di imporre senza discussione questa concezione come pensiero unico e omologante». Sostengono anche che i gay siano violenti e che «che ogni manifestazione, seminario o iniziativa pubblica del popolo pro-family deve essere presidiato e difeso dalle Forze dell'Ordine e dalla Digos».
Il gruppo di insegnanti lamenta anche che l'educazione alla diversità sia da condannare dato che «l'educazione sessuale dei figli non compete più ai genitori e può essere in parte ma è demandata ai docenti preventivamente formati e omologati alla cultura Gender». Dicono che «tutta l'operazione ha il sapore crudo dell'ideologia spacciata per scienza» e che «ci troviamo con le associazioni LGBT "in cattedra", realtà che altro non sono se non l'espressione di un'ideologia (quella del Gender) priva di una vera base scientifica, alle quali il MIUR ha appaltato la formazione a senso unico sul pensiero Gender. Siamo pertanto di fronte al più classico esempio di "dittatura della minoranza" che impone un indottrinamento acritico e generale della società tutta, senza che questa possa neanche esprimersi a riguardo».

Dicono anche anche che:

La teoria del Gender è priva di fondamento biologico e scientifico in quanto esistono in natura solo due sessi e non una indefinita ridda di generi sessuali denominati con diverse e quasi incomprensibili sigle ("LGBT", "Q", "IA"). La mistificazione della realtà operata dalle lobby omosessuali consiste essenzialmente nello scambiare il desiderio sessuale o la pulsione mal orientata per un vero e proprio orientamento sessuale ontologicamente determinato. In realtà, ci troviamo di fronte alla estremizzazione della logica del desiderio come diritto: un io desiderante e astratto che rivendica diritti e legittimazioni
sociali per il semplice fatto di provare delle pulsioni sessuali che non hanno come oggetto la persona di sesso opposto. Dunque, è lecito e biologicamente fondato affermare, ha precisato la Atzori, che non esiste l'omosessualità bensì la tendenza omosessuale che da alcune persone che la sperimentano viene pienamente accettata, da altre (altrettanto coinvolte) viene assunta come una sofferenza bisognosa di aiuto.

Diesse Lombardia si dice disponibile anche ad organizzare corsi in cui propagandare la sua visione idologica e anti-scientifica dell'omosessualità «presso scuole, parrocchie, centri culturali ed ha pronta una proposta in uno/tre incontri per i genitori».

Il fatto che ci desidera una scuola della discriminazione sia al fianco di Renzi non può non metterci in allarme su quali possano essere gli effetti di una simile riforma, certi che l'istruzione delle nuove generazioni non possa essere sottomessa al volere di lobby clerico-fasciste che vorrebbero un mondo meno libero e meno giusto per una parte considerevole della cittadinanza.
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