Life is now

«Tutti quanti abbiamo passato la fase del "No, è solo una sensazione, ma passerà". E sai perché? Perché viviamo in un mondo in cui ammettere di essere gay è ancora una grande novità» e il clima non è certo dei più favorevoli: «senti di gay picchiati alla tv, di diritti negati. Senti Salvini che si mette i lacci contro l'omofobia e poi si scaglia contro le adozioni gay. Senti Adinolfi che ti dice che l'omosessualità non è naturale, e con lui tutti i suoi fan e tanti altri. Infine, per darti il colpo di grazia, senti Obiettivo Chaire che ti dice che dipende da come sei cresciuto».
A scrivere queste parole è un ragazzo adolescente che si è sentito nel dovere di aiutare i propri coetanei a passare una fase che l'omofobia rende molto difficile. Ad ogni giovane lgbt tocca infatti scegliere se essere sé stessi o se rinunciare alla propria vita pur di per essere come gli altri vorrebbero. La decisione apparirebbe scontata eppure è la cronaca a raccontarci come qualcuno arrivi a vantarsi della sua incapacità ad accettarsi, al punto da spingerlo sino a lottare contro la felicità altrui pur di crogiolarsi all'idea che la "colpa" si come si è nati possa essere attribuita a qualcun altro.
Parafrasando il concetto, sarebbe un po' come se ci si incazzasse con il mondo perché non si è belli come Brad Pitt... eppure capita e bisogna farsene una ragione. Si nasce come si nasce e tutto ciò che ci spetta è il decidere cosa fare di ciò che siamo. Saremo noi scegliere se sviluppare il carattere e se magri affidarci ad un destino che ci possa portare a conoscere chi ci apprezzerà per ciò che siamo e non per ciò che appariamo. Ma se ci si ferma al «voglio essere Brad Pitt», allora si finirà con il non vivere.
Nel caso della fisicità c'è chi se la prende con i modelli, lamentando come il paragone con loro possa ledere l'autostima. Eppure nel caso dell'omosessualità sarebbe un po' come se i modelli passassero le loro giornate a raccontare in televisione che chi non ha la loro prestanza fisica è malato e non merita i loro stessi privilegi. Qui anche l'omofobo medio se la prende perché tirato in causa, nel caso dei gay non ce ne si preoccupa troppo perché ci si aspetta di non essere colpiti in prima persona dal male creato.
Che siano Sentinelle, giuristi o provitiani, alla fine è questa la rivendicazione. Il sostenere di essere "migliori" perché così magari ci si sentirà meglio anche a fronte di una vita mediocre o insignificante. Diciamolo pure: quando una donna scende in piazza per chiedere che le donne siano segregate in casa a lavare le mutande ai mariti, davvero si può pensare che si tratti di una persona felice della propria vita? O forse si è solo dinnanzi a chi vuole mascherare la propria infelicità nella speranza che un mal comune appaia come un mezzo gaudio?
Solo la formazione e l'educazione possono togliere potere a chi vuol imporre dolore nella speranza di poter esaltare la propria mediocrità, motivo per cui l'attuale battaglia è tutta incentrata lì, tra chi diede formazione e chi auspica oscurantismo. Uno stato che meriti quel nome deve necessariamente tentare di eliminare tutti gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione individuale, anche se ci sarà sempre chi si opporrà per un qualche tornaconto personale.
Ma se nello stato di Alfano e del Vaticano la strada è ancora lunga, c'è da da rallegrasi dinnanzi ad un ragazzo che spende il suo tempo per dire ai suoi coetanei che non c'è nulla di sbagliato in loro. Al posto di scrivere una guida (peraltro redatta con sorprendente maturità), Giorgio sarebbe potuto tranquillamente andare al cinema o passare il tempo con i suoi amici. Ma non l'ha fatto, ritenendo che fosse più importante dare il proprio contributo.
È questo che ci rende forti, perché come lui tanti altri giovani sono pronti a lottare in prima linea a farci sperare in un futuro migliore. Siamo forti perché sappiamo cosa abbiamo passato e siamo incazzati. Ma soprattutto siamo forti perché crediamo in un futuro migliore per tutti, persino per chi oggi rivendica dei privilegi per sé stesso e un domani magari avrà un figlio gay.
Clicca qui per leggere la guida redatta da Giorgio.