Monsignor Paglia è accusato di associazione a delinquere


Vincenzo Paglia è l'ex vescovo di Terni ed attuale presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ma il suo nome risulta anche fra gli iscritti al registro degli indagati in merito alle vicende della compravendita del castello di Narni. Monsignor Paglia è accusato di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e alla turbativa d'asta. Nel 2013, per l'operazione immobiliare truccata, furono arrestati l'ex direttore dell'ufficio tecnico della diocesi Luca Galletti, l'ex economo Paolo Zappelli e il dirigente all'Urbanistica del Comune Antonio Zitti.

Monsignor Paglia è anche uno degli idoli dell'integralismo cattolico. Da Costanza Miriano a La Nuova Bussola Quotidiana, tutte le maggiori realtà omofobe del Paese lo hanno santificato in virtù della sua totale chiusura al riconoscimento dei matrimoni gay. I vari articoli fanno notare come il religioso abbia sostenuto che «la nostra attenzione deve essere rivolta a tutte le famiglie, e dico davvero a tutte, senza esclusioni di sorta», ovviamente salvo poi precisare che con quel termine ci si riferisce ad un'unica concezione ben ideologizzata-. Paglia aveva infatti precisato che «il matrimonio è inteso come una completa comunione corporale e spirituale di vita e di amore tra uomo e donna, che si donano e si accolgono l'un l'altro in quanto persone. Attraverso l’atto personale e libero del reciproco consenso viene fondata per diritto divino un'istituzione stabile, ordinata al bene dei coniugi e della prole, e non dipendente dall'arbitrio dell'uomo: questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità».
Dalle pagine di Avvenire, Paglia aveva sostenuto che «il matrimonio omosessuale richieda una manipolazione del linguaggio per negare la differenza fra padre e madre, richieda di scrivere nello stato civile delle menzogne –cioè che un bambino ha due madri o due padri– di cui tutti possono cogliere la falsità».
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