Scopre che l'amico è gay e si rivolge ad un prete. Lui lo invita a condannare l'amico


Il sito Amici Domenicani propone una rubrica intitolata "Un sacerdote risponde", nella quale un prete domenicano fornisce le sue risposte alle domande dai lettori.
Tra queste c'è c'è n'è una particolarmente inquietante (e che forse non a caso è stata immediatamente ripresa anche da Il Timone). Il titolo è già eloquente: "Che cosa dire ad un amico che si è rivelato corrotto e pervertito a causa di un particolare disordine sessuale".

Dietro quell'assurdo giro di parole c'è la lettera di un lettore che dice di aver scoperto che un suo amico «purtroppo» è gay, lamenta che non glielo abbia detto (e forse non è difficile capire il perché, ndr) e di non sapere cosa dirgli. Dice che l'unica cosa di cui è certo è che lui non vuole più avere nulla a che fare con lui.
Dinnanzi ad un simile delirio ci si potrebbe aspettare che la risposta lo inviti a capire che nulla è cambiato e che il suo amico è lo stesso di prima anche se gay. Eppure il sacerdote non sceglie quella strada ma preferisce scagliarsi sull'amico. Gli suggerisce di andare da lui e di suggerirgli che «l'astinenza da ogni atto di omosessualità, dal momento che i rapporti omosessuali: sono intrinsecamente disordinati e che in nessun modo possono ricevere una qualche approvazione; sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile; l'attività omosessuale rafforza un'inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall'autocompiacimento; l'attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità, perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio; che è chiamato a realizzare la volontà di Dio unendo ogni sofferenza e difficoltà che può sperimentare nella sua vita a motivo della sua condizione al sacrificio della croce del Signore» Firmato Padre Angelo.

Dato che siamo in tema di consigli, mi permetto di dire anch'io qualcosa all'anonimo lettore. Se dinnanzi ad una domanda simile un sacerdote ti risponde così, tu digli di andare a farsi curare. Ma da uno bravo. Perché qui non solo si è dinnanzi a chi istiga all'omofobia, ma si è anche dinnanzi ad un ssacerdote che pare non aver mai letto il passo dei Vangeli dove Gesù dice di occuparsi della trave che si ha nell'occhio prima di preoccuparsi della pagliuzza che è nell'occhio dei propri fratelli.
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