Ungheria: gruppo neonazista ha posto una taglia sulla testa di un gay italiano


L'assurda vicenda viene dall'Ungheria, dove un gruppo di estremisti ha letteralmente condannato a morte un 33enne italiano, da loro considerato reo di «infangare il Paese e la religione cristiana» per aver fatto ironia su una banda di motociclisti parte di un gruppo nazionalista ungherese.
I fatti risalgono all'anno scorso, quando l'italiano mostrò una parodia del simbolo del gruppo nel corso di un Gay Pride. Quello è stato l'inizio di un incubo: sui siti neonazisti hanno iniziato a circolare le sue foto, il suo indirizzo di casa e quello del suo datore di lavoro. Il suo capo è stato bersagliato da migliaia di mail che chiedevano il licenziamento dell'uomo, così come alcuni energumeni lo hanno atteso dinnanzi alla porta di casa. Lui è riuscito a scappare ma da allora ha dovuto cambiare dieci appartamento e spesso è costretto a dover dormire da alcuni amici.
Sul sito di Jeszenszky, l'ex militante di Jobbik, è comparsa anche una taglia di diecimila dollari per chiunque lo uccida.
Quasi a volersi beffare di lui, il gruppo neonazista l'ha pure querelato con l'accusa di aver infangato il loro «buon nome». E mentre le autorità ungheresi tardano a considerare le sue richieste di aiuto, a giugno è stato fissato il primo appello per valutare le richieste dei suoi aguzzini.
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