ProVita attacca il Pride di San Paolo pubblicando immagini tratte un'altra manifestazione


«Davvero ci vuole stomaco per guardare queste foto scattate al Gay Pride di San Paolo, in Brasile. Chissà cosa ci aspetta a Roma, sabato prossimo». Esordisce così un articolo pubblicato da ProVita in cui il sito integralista si scaglia ancora una volta contro la comunità lgbt. Si afferma che le persone gay sono intolleranti e blasfeme. «Del resto di esempi ne abbiamo a bizzeffe -dicono- asti pensare a ciò che accade alle Sentinelle in Piedi, a Dolce & gabbana o a Barilla... e poi abbiamo i circoli culturali come il Cassero».

A quel punto viene pubblicata una lunga serie di immagini facilmente capaci di urtare la sensibilità dei lettori. Peccato che la loro fonte siano due distinte manifestazioni (così come confermato anche dai siti integralisti brasiliani che hanno riservato condanne separate ai due eventi).

Alcune immagini mostrano atti blasfemi e simboli sacri frantumati. Quelle immagini arrivano dalla Marcha das Vadias, una manifestazione organizzata da un gruppo femminista che chiede la legalizzazione dell'aborto. Non a caso non v'è traccia di bandiere arcobaleno o dei consueti colori di un pride.
Ma a colmare quella mancanza erano presenti altre immagini in cui le sigle lgbt erano ben visibili. In particolar modo si è mostrata la protesta dell'attrice transessuale Viviany Beleboni che ha sfilato crocifissa come Gesù, accompagnata dal cartello: «Basta omofobia». Quel gesto è bastato perché la chiesa brasiliana chiedesse l'abolizione del pride, l'attrice è stata minacciata di morte dagli integralisti cristiani e si è ritrovata anche a dover chiudere la propria pagina Facebook per difendersi dalle aggressioni.
Peccato che non fosse nuda né avesse nulla a che fare con la Marcha das Vadias, tant'è che quella protesta non dev'essere sembrata sufficiente scabrosa e si è preferito integrarla con atti capaci di creare un sentimento di rigetto nei dei lettori.
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