Radio Vaticana mette in guardia dalla scuole che insegnano il rispetto


Radio Vaticana è in prima fila nel tentare di convincere i suoi ascoltatori sulla necessità di impedier qualsiasi riconoscimento giuridico alle famiglie che non rientrino nella loro definizione di «tradizionale» per «difendere i bambini». Per raggiungere tale scopo, Paolo Ondarza è attivo nel fornire "testimonianze" che hanno il compito di inculcare paura verso la scuola e verso le istituzioni.
Tutte le "testimonianze" proposte prevedono un flusso a senso unico, in cui il processo e la condanna avvengono senza che l'imputato possa fornire la sua versione dei fatti. Viene così proposta un'unica visione della realtà senza fornire dettagli che la possano metterla in discussione.

Invitando gli ascoltatori a partecipare al family day di Roma, Oderza ha intervistato un tale Amedeo Rossetti che viene presentato come il papà di un bambino vittima di «indottrinamento gender» nella scuola di Trieste che frequenta.
L'uomo sostiene di aver perso «fiducia negli insegnanti» che gli avrebbero «mentito» riguardo ala formazione del figlio dato che nella scuola è stato proposto il gioco del rispetto. Un gioco che lui descrive come: «una scatola contenente diverse schede, che presentano le figure dei mestieri: il mestiere del casalingo e della casalinga; dell'idraulico e dell'idraulica; del pompiere e della pompiera; diversi lavori al maschile e al femminile, che mostrano come il genere maschile e il genere femminile siano assolutamente uguali, tanto che le figure sono rappresentate in maniera identica». Dice anche che «C'è una scheda di gioco che si chiama "Se lui fosse lei e lei fosse lui", dove è previsto che i maschietti e le femminucce si scambino i ruoli e i vestiti: il maschietto deve giocare come una femminuccia e la femminuccia come un maschietto». A suo dire non c'è dubbio che si tratti di «un'azione che continua e che finisce ad un certo punto, cioè nelle mutande».

Da quelle parole si ha l'impressione che si stia parlando di un gioco sessuale, anche se nel consultare la scheda in questione non v'è traccia né di scambi di vestiti né di finalità tanto pruriginose. Riguardo ai ruoli viene inoltre chiarito che maschi e femmine non sono uguali, ma le differenze non sono un impedimento alla realizzazione di sé (e la cosa appare un po' diversa!).
Forse non a caso il "testimone" di Radio Vaticana ammette che molti dei genitori «ha preso le difese di questi programmi» ma si precisa che probabilmente lo hanno fatto «per partito preso» e perché «molto pochi, troppo pochi, hanno veramente capito di cosa si tratti».

Per chi volesse approfondire, qui trovate il kit completo in cui vengono spiegate modalità e finalità del gioco. Ed anche in questo caso sarà facile notare come alcune cose siano un po' diverse da come sono state illustrate e da come poi sono state rilanciate dai siti dell'integralismo cattolico (la cui buona fede pare messa in dubbio dalla loro preferenza nel fornire opinioni personali ideologizzate piuttosto che permettere la consultazione dei documenti originali).
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