Si chiudono le indagini di Don Inzoli: 8 i casi contestati, altri 12 finiti in prescrizione


Nonostante il Vaticano abbia rifiutato la richiesta di rogatoria avanzata dalla procura, le indagini hanno comunque portato al rinvio a giudizio di Don Inzoli, il sacerdote accusato di abusi sessuali sui minori. Solo pochi mesi fa, nonostante i provvedimenti assunti dalla Santa Sede nei suoi confronti, lo si era visto seduto fra le personalità del convegno omofobo organizzato da Regione Lombardia. Sono otto i casi contestati dalla Procura di Crema.

Don Mauro Inzoli, 65 anni, per trent'anni è stato a capo carismatico di Comunione e Liberazione. Guidava auto di lusso, fumava sigari costosi e frequentava ristoranti alla moda. Era confessore privato dell'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nonché il fondatore del Banco Alimentare.
Questo status era uno dei motivi che portava molte delle vittime a non trovare il coraggio di reagire dinnanzi alle avances fatte per lo più nel suo studio, dove i genitori inviavano i propri figli per perfezionare i loro esercizi spirituali. Le indagini parlano di cinque vittime tra i 14 e i 16 anni, ma c'è anche il caso di un minore di solo dodici anni in cui all'accusa di violenza sessuale viene aggiunta l'aggravate dall'abuso di potere e dalla minore età.

Il procuratore della Repubblica, Roberto di Martino, ha chiuso le indagini (atto che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio) e si parla di otto episodi contestati e ed altri dodici caduti in prescrizione. Gli otto abusi si sarebbero verificati tra il 2004 e il 2008, quando don Inzoli era rettore del liceo linguistico Shakespeare di Crema e parroco della Santissima Trinità della cittadina.
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