Tempi e La Nuova BQ scoprono le carte: il loro dio si chiama Silvio e vive ad Arcore


Spesso vien da chiedersi che possa spinga l'integralismo cattolico a manifestare un simile odio verso la comunità gay. Se si è più volte ipotizzato che il Family Day potesse essere un evento finalizzato a testare quale sarebbe potuto essere il bacino elettorale di un nuovo partito di destra basato sull'odio e sui più bassi sentimenti della gente, l'ombra di un interesse politico pare giungere da alcuni curiosi articoli apparsi fra i principali fautori dell'attuale clima d'odio.

È La Nuova Bussola Quotidiana ad aver pubblicato un articolo intitolato "Macché Silvio, a far cadere Prodi furono i giudici", all'interno del quale si sostiene che l'attuale sistema giudiziario sia corrotto ed intenzionato a prendere decisioni politiche. Il riferimento è alla notizia della condanna di Silvio Berlusconi nell'inchiesta sulla compravendita di senatori che è avvenuta per far cadere il Governo Prodi. Eppure loro hanno già provveduto ad assolverlo:

Una delle anomalie più gravi della nostra democrazia rappresentativa è la confusione tra i poteri, in particolare la frequenti e sistematiche invasioni del potere giudiziario nel perimetro della politica. Già prima di Tangentopoli molte sentenze sono entrate a gamba tesa nella fisiologica dialettica politica, alterandola e orientandola verso direzioni predeterminate. Tante pagine della nostra storia non sono quindi state scritte dalla volontà popolare, bensì da Procure smaniose di incidere in modo risoluto sulla vita del Paese. Secondo alcuni, la sentenza con cui è stato condannato martedì in primo grado dal Tribunale di Napoli l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si inserirebbe in questo filone di politicizzazione dei processi. Non è possibile dimostrarlo né è possibile dimostrare il contrario. Certo è che, al netto della naturale diversità di opinioni politiche, quel verdetto solleva dubbi di natura squisitamente giuridica e riavvolge il nastro di una discussione sul divieto di mandato imperativo, sancito dall’art.67 della nostra Costituzione.

E se La Nuova Bussola Quotidiana è disposta a sostenere che Tangentopoli sia stato un male e che i giudici avrebbero dovuto ignorare la corruzione della classe politica, è attraverso la pubblicazione di una lettera che Tempi si spinge a sostenere che «Negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta qualche timida iniezione di liberismo selvaggio praticata prima da Craxi e poi da Berlusconi determinarono, una piccola ripresa economica». In altre parole, Craxi e Berlusconi sarebbero da intendersi come i migliori politici che l'Italia ricordi.

Eppure quella lettera lascia sconcertati per tutta n'altra serie di affermazioni. L'argomento trattato è la condanna di chi decide di lasciare l'Italia per recarsi a studiare o a vivere in un Paese più civile come gli Stati Uniti. Ed è in quel contesto che si afferma:

Se va avanti così, in Italia resteranno solo i fannulloni di stato, i vecchi e gli extracomunitari… (immagino città d’arte trasformate in giganteschi suk in cui vecchi italiani subiscono ogni sorta di soprusi dai nuovi italiani). E poiché i produttori di ricchezze diminuiscono progressivamente, il vitello d’oro riceverà sempre meno tributi fin quando non ne riceverà più e i suoi assistiti moriranno di fame. E di fame ci moriranno per davvero, perché in Italia non ci sarà più né il vitello d’oro né strutture produttive né giovani menti brillanti, in grado di metterne in piedi di nuove. E mentre l’Italia sarà sconquassata da un caos alla greca, gli orfani del vitello d’oro, in preda alle convulsioni della fame, continueranno a inveire contro i capitalisti, le banche, i massoni, gli ebrei e soprattutto gli Usa. E proprio negli Usa gli italiani migliori apriranno imprese e negozi. Cosa c’è negli Usa che non c’è in Italia anzi in tutta Europa? C’è ancora molto “liberismo selvaggio”. Obama, il peggiore presidente americano di tutti i tempi, sogna di importare negli Usa il vitello d’oro del modello socialdemocratico europeo. Non ci riuscirà. Infatti l’Europa intera, malata da troppo tempo di socialdemocrazia, cadrà presto nel baratro della povertà sotto gli occhi del popolo americano, che a quel punto capirà che il vitello d’oro socialdemocratico mente, come tutti gli idoli.

Appare evidente un intento di Tempi nel cercare di influenzare i propri lettori contro la sinistra e contro i valori socialdemocratici. C'è da aver paura dinnanzi ad un testo che presenta anche tratti di antisemitismo (il riferimento agli ebrei è da pelle d'oca), così come appare inquietante la totale assenza di critica verso il ventennio gestito dai governi Berlusconi quasi a voler dare le colpe della crisi al governo attuale (anche se è la storia a ricordarci che la crisi sia iniziata proprio mentre Berlusconi ne negava l'esistenza e diceva che lui vedeva solo ristoranti pieni).
Non manca poi la demonizzare Obama («il peggiore presidente americano di tutti i tempi») per il suo essere progressista e, soprattutto, per aver appoggiato l'approvazione dei matrimoni egualitari. Eppure un giornale che si definisce cristiano non dovrebbe dimenticarsi come Obama si sia preso cura dei poveri senza assistenza sanitaria, sia riuscito a risollevare gli USA dalla crisi economica nella quale erano sprofondati o si sia occupato di problemi ecologici (altri non lo fecero).
Eppure tutto questo non piace perché Obama è di sinistra e pro-gay. Piacciono molto, invece, il dittatore Orban e il solito Putin.
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