Veneto, il sindaco leghista non darà finanziamenti alle scuole che si occupano di «gender»


La fantomatica «ideologia gender» è un'invenzione dell'integralismo cattolico. Non esiste in ambito accademico e nessuno ha mai elaborato le tesi che i vari Adinofi e Brandi tentano di mettere nelle bocche altrui. Tant'è vero che le loro rivendicazioni appaiono assai diverse: si crea la paura verso un qualcosa di inesistente e si chiede di combatterla impedendo l'accettazione delle persone lgbt o indottrinando all'omofobia e al maschilismo. È per questo motivo che appare molto grave la presa di posizione del consiglio comunale di Arcole (un paese di 6mila abitanti in provincia di Verona) che nel corso della seduta del 24 luglio ha deciso che i finanziamenti pubblici alle scuole d'infanzia e agli asili nido privati o parificati prevederà l'erogazione di 700 euro a bambino solo a quegli istituti che non si occuperanno del «gender».

«Queste dichiarazioni, più che un modo di tutelare i genitori e di "non fare discriminazioni di alcun tipo" come proclama la sindaco uscente Negri, sa molto di ricatto, visto che proprio di soldi si tratta -dichiara Laura Pesce, vice-presidente Arcigay Verona e responsabile del Gruppo Scuola del comitato provinciale- Sarebbe opportuno sì un chiarimento, tanto sul concetto di non discriminazione, che su queste fantomatiche ideologie del gender. La riforma scolastica davvero non ha nulla a che fare con "l'insegnamento" di una teoria che non esiste e pertanto non è presente in nessun testo o programma scolastico. Esistono invece molti progetti che rispondono alle raccomandazioni Europee in materia di contrasto alle discriminazioni e al bullismo a sfondo omofobo nelle scuole, progetti che spesso purtroppo non si riescono a svolgere per mancanza di tempi e spazi nell'anno scolastico. In Italia, soprattutto a causa di una cultura e un linguaggio fortemente sessisti e di una educazione formale piena di stereotipi di genere, l'omofobia a scuola è un fenomeno preoccupante; recenti ricerche hanno restituito dati allarmanti, di esperienze scolastiche difficili, di isolamento sociale, cyberbullismo e abbandono degli studi. Di questo dovrebbero preoccuparsi i genitori e gli educatori che insieme hanno la responsabilità di dare ai bambini e alle bambine fin dalla più tenera età gli strumenti per diventare adulti liberi da rigidi schemi legati a generi e ruoli, schemi che sono ben lontani dal concetto di parità di genere e rispetto della donna».
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