Al Padova Pride Village si è parlato del trentennale di Arcigay


Venerdì scorso il Padova Pride Village ha avuto l'onore di ospitare Franco Grillini (figura storica dell'attivismo lgbtitaliano e presidente di Gaynet), Aurelio Mancuso (ex presidente di Arcigay) e Flavio Romani (presidente in carica di Arcigay). Assieme ad Alessandro Zan (parlamentare del Partito Democratico) e a Claudio Malfitano (giornalista de Il Mattino di Padova) hanno dato vita al dibattito pre-serale del venerdì, celebrando il trentennale di storia e di militanza dell'associazione di promozione culturale e sociale Arcigay.
Che cambiamenti sono avvenuti in questi trent'anni? Sul piano politico gran poco, ma socialmente e, talvolta, giuridicamente moltissimo. Senza Arcigay probabilmente il nostro paese oggi vesserebbe in condizioni ancor più problematiche di quelle in cui vessa. Dal punto di vista aggregativo e culturale sicuramente le associazioni lgbt italiane, prima di tutte Arcigay, hanno svolto un ruolo fondamentale.
Cosa c'è ancora da migliorare? Certamente da migliorare vi sono le potenzialità e le capacità politiche, sul panorama nazionale. Fondamentale ricordarsi sempre di chiunque abbia sostenuto le istanze lgbt nel mondo della politica. Ma è essenziale anche guardarsi le spalle da tutte le forze politiche che, nel corso degli anni, hanno più volte tradito le aspettative della nostra collettività, anche quando tutto sembrava orientarsi verso piacevoli orizzonti.
Come sarà Arcigay tra trent'anni? Franco Grillini ci ha detto, vale la pena riportarlo, che tra trent'anni sarebbe bellissimo poter fare a meno di Arcigay. Le associazioni umanitarie infatti nascono in virtù dell'assenza di diritti e in presenza di comportamenti discriminatori. Quando tutto ciò sparirà, probabilmente esse cesseranno di esistere e tutti quanti vivremo più sereni. Buon trentesimo compleanno Arcigay, viva la libertà.

di Alessandro Pinarello
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