Genova: ridotto in fin di vita un uomo aggredito sull'autobus perché ritenuto gay


Un quarantenne genovese è in fin di vita dopo essere stato brutalmente picchiato da un gruppo di sei persone (quattro uomini e due donne) mentre si trovava a bordo di un autobus di linea fermo al capolinea di Caricament.
L'uomo era tranquillamente seduto quando una donna del branco gli ha urlato: «Gay di merda che cazzo guardi il mio fidanzato?». Lui gli ha tranquillamente risposto che era sovrappensiero, ma il branco non ha esitato neppure un minuto prima di aggredirlo brutalmente. Lo hanno preso a calci, pugni e persino una catena.
Il tutto è avvenuto sotto gli occhi dell'autista che ha assistito impassibile alla scena ed è stato denunciato con l'accusa di favoreggiamento per non aver neppure allertato le forze dell'ordine.
Portato in ospedale in fin di vita, l'uomo è stato messo in coma farmacologico dai medici prima di essere sottoposto ad un lungo intervento di neurochirurgia alla testa. Ora l'uomo non è enaocra in grado di parlare e si alimenta a fatica. Nonostante la chiara matrice omofobia dell'aggressione, è da notare come il 40enne non fosse neppure gay. Ma evidente è come il clima d'odio che l'integralismo cattolico sta alimentando, nel pieno disinteresse del governo, stia iniziando a mietere le prime vittime.
I carabinieri stanno ora cercando i sei responsabili del pestaggio sulla base della ricostruzione fornita dalla ragazza della vittima. Il pm Ranieri Miniati ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Il pestaggio è avvenuto nella notte del 14 luglio e gli inquirenti stanno ora passando al setaccio le immagini delle telecamere della zona nella speranza che non siano già state cancellate.
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