Veneto: la politica cavalca l'isteria gender con la solita mozione omofoba


Sappiamo tutti che non esiste alcuna «ideologia gender» e che a teorizzarla sono sono stati o vari gruppi dell'integralismo cattolico che oggi la usano per legittimare violenze e discriminazione vrro i gay. Lo stato non ha mosso un solo dito per fare informazione mentre alcini personaggi assai noti si sono adoperati a creare una disinformazione che potesse creare isterie e paure irrazionali.
E quando c'è la paura, la politica può facilmente ottenere consensi: basta infatti promettere protezione (e poco importa se la minaccia sia reale o se le soluzioni siano efficaci, basta solo che la gente ci creda).

In Veneto è il consigliere Antonio Guadagnini (Indipendenza Noi Veneto) ad aver scelto di cavalcare l'omofobia della sua regione attraverso una mozione «contro la teoria gender nelle scuole».
L'uomo sostiene che la «famiglia naturale» sia da intendersi come quella composta da uomo e da donna uniti dallo scopo di «trasmettere la vita». Fatta eccezione delle coppie sterili e di quelle senza figli, chiede che le altre famiglie (ossia qulle gay) non siano presdntate come meritevoli di pari dignità.

Nel testo (in cui è difficile non notare la presenza di frasi fatte coniate dell'integralismo cattolico al punto che non stupirebbe se a scriverla fosse stato Gianfranco Amato) si legge:

È nostro impegno tutelare società, famiglie e bambini, preso atto dell’esistenza della cosiddetta "teoria del gender", secondo cui “le differenze biologiche fra maschio e femmina hanno poca importanza, perché ciò che conta sarebbe il proprio “genere”, ossia la percezione che una persona avrebbe di sé. La "teoria del gender" vuole, che tutti noi, compresi i bambini, non diciamo più "io sono maschio" o "io sono femmina", ma "io sono come mi sento". Tali teorie non sono solamente contrarie al diritto naturale (tutelato dalla Carta fondamentale secondo le intenzioni esplicite dei Padri costituenti), ma sono anche anti-scientifiche. La promozione della "teoria del gender" nelle scuole potrebbe essere attuata mediante progetti chiamati educativi, che vorrebbero promuovere codeste pretese per renderle invece "norma". Questo tipo di insegnamento oggettivamente confonde e ferisce la crescita e l’innocenza dei bambini.

Su queste premesse ideologiche e ricolme di inessatty, Guadagnini chiede che la giunta regionale si impegni ad impedire che «venga introdotta la teoria gender» nelle scuole e che i ragazzi siano indottrinati all'omofobia attraverso lezioni volte a sostenere che l'unica famiglia possibile è quella composta da un padre, una madre e i figli.
Interessante è anche la sua tesi sulle intenzioni dei padri costituenti, dato che la scelta di un termine pregiuridico era stata effettuata per abbattere i distinguo introdotti dal fascismo (motivo per cui è difficile credere che volessero far introdurre altro distinguo da chi non tollera possa esserci piena parità giuridica per tutti).
1 commento