Gianfranco Amato all'attacco della democrazia, tra deligittimizzazione dei ministri e derisione della magistratura
«Le teorie gender ci sono già nella scuola». È quanto affermato da Gianfranco Amato durante il suo convegno organizzato a Conegliano dal Vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo.
Il presidente dei Giuristi per la vita invita dunque a dichiarare guerra allo stato e alle istruzioni cavalcando una paura infondata versi ciò che non c'è ma che lui sostiene esista. Il tutto arrivando ad invitare i presenti a fare pressioni per l'indipendenza della Serenissima Repubblica in modo da dar vita ad uno stato affidato all'autorità religiosa che possa basare la propria esistenza sulla discriminazione (o sul nuovo nazismo, così come lo chiamerebbe l'ideologo russo Aleksandr Dugin).
La teoria di Amato è che Bagnasco indichi il contrasto alla «violenza di genere» come un «cavallo di Troia» per la fantomatica «teoria gender» dato che l'8 luglio la Camera dei Deputati avrebbe approvato un ordine del giorno in cui si sarebbe sostenuto la presenza di «una serie distorture applicative, che sono andate ben al di là dell'istanza, da tutti condivisa, di prevenire la violenza di genere e le discriminazioni».
Ovviamente l'avvocato omette di precisare come quel testo sia stato proposto da quattro parlamentari di Forza Italia noti per la loro indole omofoba e per il supporto incondizionato che offrono alla sua propaganda (Pietro Laffranco, Trifone Altieri, Alessandro Pagano e Eugenia Maria Roccella), ma soprattutto è curioso come parli di «approvazione» dinnanzi ad un testo che nella documentazione ufficiale risulta essere stato ritirato dopo la rinunzia alla votazione dell'emendamento.
Trattandosi di un convegno a senso unico dove nessuno poteva contestare il pensiero unico del relatore, Amato si è preso un applauso per un'affermazione che pare assai discutibile riguardo alla sua veridicità.
Se ogni singola parola pronunciata meriterebbe una precisazione (è davvero incredibile come tutto sia stato strumentalizzato!), procederemo ad analizzare solo le macro aree della propaganda proposta. Ed è così che una certa attenzione merita il momento in cui Amato è tornato ad attaccare il libro "Sei come sei" di Melania Mazzucco. L'avvocato ha affermato: «Questo romanzo affronta due temi delicati come il rapporto fisico tra ragazzi dello stesso sesso e la procreazione artificiale delle coppie gay. Nel primo caso derive con un linguaggio pornografico un rapporto tra ragazzini minorenni, nel secondo caso descrive l'atto di masturbazione omosessuale». Poi lamenta che «i negazionisti dicono che quello che dico io è falso».
In realtà a dirlo non sono i negazionisti ma la Procura che ha archiviato la denuncia presentata da Giuristi per la vita e dall'associazione Provita nei confronti degli insegnati che osarono far leggere quel romanzo. Il pm sottolineò come fosse strumentale il citare poche righe in maniera strumentale dato che «o contenuti oggetto di censura non sono isolati e avulsi dal contesto complessivo dell'opera, risultando viceversa funzionali al messaggio di sensibilizzazione al tema delle famiglie omosessuali».
Peccato che nel suo convegno Amato si sia nuovamente affrettato a citare quelle righe decontestualizzate, nonostante un giudice abbia chiaramente sottolineato come quella modalità fosse ingannevole e strumentale. In altre parole, a Conegliano si è assistito ad un qualcosa che una procura ha già condannato come mera propaganda ingannevole.
Amato racconta anche che una ragazzina di 14 anni sarebbe andato da lui a dirgli che dinnanzi quelle sei righe si sarebbe sentita «violentata» ed abbia deciso di interrompere la lettura del libro perché disgustata all'idea che un ragazzo potesse avere un rapporto orale con un altro ragazzo. Caso vuole che, però, che Amato se la prenda proprio con quel libro (sostenendo sia pornografico) e non con altri titoli. Ad esempio nelle scuole viene letto "Jack Frusciante" dove viene chiaramente enunciata la famosa regola del tre: dopo tre giorni la sega, dopo tre settimane la bocca e dopo tre mesi la figa. Evidentemente quello non crea problemi perché i maschietti vengono indirizzati verso una femminuccia e non vengono a conoscenza del atto che alcuni ragazzi possano essere attratti da persone del loro stesso sesso.
La descrizione che Amato popone del libro è di «un racconto surreale fatto di famiglie allargate e bambini fatti in provetta». Nella realtà il romanzo della Mazzucco parla di una ragazzina che adottata da una coppia gay che diviene orfana dopo che il padre muore in un incidente stradale. Nonostante avesse un altro padre, il tribunale l'aveva affidata agli zii di Milano: in Italia solo uno dei padri viene riconosciuto come legittimo genitore e la volontà espressa dalla ragazza di poter restare con l'altro padre era stata calpestata dal pregiudizio. Ed è forse il racconto della verità a preoccupare Amato, peccato che la sua ira passi dal citare pezzi decontestualizzati o dal parlare di trame surreali.
Persino nella ricostruzione della denuncia da lui presentata qualcosa non torna. Amato dice che i genitori siano rimati talmente inorriditi dal testo da ricorrere a lui per chiedergli di fare causa. Peccato che nella denuncia siano Gianfranco Amato e Toni Brandi a costituissi parte civile (e non i genitori) citando come fonte un articolo di RomaGiornale che parlava di come quel libro fosse stato suggerito e ampiamente criticato mesi prima da Tempi.
La fonte sarebbe dunque un giornale e non dei genitori, motivo che spiegherebbe perché Amato e Brandi non abbiano le idee chiare nel sostenere che «gli allievi sono stati obbligati a leggere un romanzo a forte impronta omosessualista» nonostante il libro fosse stato semplicemente stato indicato in una lista di letture suggerite per le vacanze invernali. Un genitore lo avrebbe saputo, l'articolo di RomaGiornale l'aveva volutamente ignorato mentre asseriva che «mi viene da vomitare per la pochezza con cui è stato affrontato l’argomento. La cosa più grave è l’atmosfera in cui viene descritta la scena: così naturale, così sensuale, con così tanta passione che sembra di stare in una versione hard dei Teletubbies» (l'articolo in questione è riprodotto in calce alla denuncia di Amato).
A quel punto Amato dice che ha «sopportato con pazienza cristiana» chi ha osato criticare quella sua denuncia, racconta che: «Un giorno, mentre ritornavo da Roma a Milano in macchina, sento una trasmissione di Rai 3 che mi ha massacrato. Decido di reagire e chiamo il senatore Giovanardi che è mio amico da tanti anni. E gli dico: "Calo, devi farmi una cortesia. Bisogna che tu presenti un'interrogazione in Senato su questa vicenda"». A quel punto inizia a dire che quel testo era così inaccettabile da non poter essere presentato e letto in Senato perché osceni, sostenendo che Giovanardi sia stato «bravo» nell'esigere che quei termini rimanessero ma che Grassi lo abbia richiamato per chiedergli che i termini fossero modificati per rendere l'interrogazione ammissibile in Aula. Il tutto per giungere a sostenere che. «Ciò che è stato giudicato sconveniente per un aula parlamentare diventa educativo in un'aula scolastica».
Seguono applausi a scena aperta per chi sostiene che a scuola non debba essere presentato alcun libro che contenga anche solo una parola "sconveniente" quasi come se fosse paragonabile un testo avulso dal contesto ad un romanzo nella sua interezza. Su tale premessa dovremmo dunque esigere anche anche la Bibbia sia tenuta lontano dalla aule, dato che al suo interno di parla esplicitamente anche di bestialità o prostituzione?
A quel punto si parte con un attacco alla Magistratura, invitando i presenti a non accettare come lecita l'interpretazione con cui i giudici hanno osato rigettare la sua denuncia. Si tratta di un fatto sicuramente grave, dato che si è fornita un'interpretazione parziale e strumentale di un testo per poi attaccare la magistratura a le leggi a fronte di un'analisi che ha valutato un testo nella sua interezza e all'interno di un piano formativo ben preciso.
I giudici che hanno osato contrastare la sua denuncia vengono addirittura derisi, sostenendo che: «Dicono che l'omofobia si combatta con quello che vi ho letto» (anche se ovviamente i giudici hanno detto ben altra cosa, sottolineando come l'intero libro in un preciso contesto formativo contribuisca a lottare contro l'omofobia). Si passa così a sostenere che i giornalisti di Repubblica (che da lui vengono sempre indicati come il male assoluto) siano andati dal Ministro e il Ministro li abbia rassicurati sul fatto che al liceo non fosse stato fatto leggere nulla di sconveniente.
Ecco dunque che il bellissimo della Mazzucco diviene un metodo per avviare una macchina del fango verso un ministro che osato sfidare la sua campagna di istigazione alla paura attraverso l'ombra della fantomatica "teoria gender" che riempe i suoi teatri. Il tutto attraverso metodi che la magistratura (che lui deride) ha già giudicato come scorretti e volti a far percepire una realtà distorta. A qualcuno verrebbe da chiedersi quasi se non si sia dinnanzi ad un reato piuttosto che ad una libertà di opinione.
Interessante è notare come il suo discorso lo port a rivendicare come i genitori debbano avere libertà di decidere l'educazione dei figli, dimenticando come le medesime norme li portino anche ad avere dei doveri. Vien da sé che tutte le norme sono a tutela dei bambini e l'indottrinamento dei bambini non rientri in quelle tutele così come sancito anche dalla sentenza 2656 emessa il 5 febbraio 2008 dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione a Sezioni. In fin dei conti se un genitore vuole obbligare un bambino a fare qualcosa contro la sua volontà, quel bambino ha il diritto di rivolgersi ai servizi siano che valuteranno se quell'imposizione sia un maltrattamento. Ecco dunque che la libertà di educazione è garantita nei limiti del supremo interesse del minore (ma nelle sue conferenziera Amato pare suggerire i figli come una proprietà privata da poter rendere ignoranti e trasbordanti d'odio quanto si vuole).
A contraddirsi è lui stesso che, in un momento successivo della conferenza, mostra immagini prese da Internet e deride i figli di genitori che hanno deciso di lasciarli libero di essere sé stessi senza imporre loro stereotipi di genere. In una parola, chiede che la libertà sia solo di chi vuole educare all'odio i propri figli ma non di chi viglia la loro felicità.
Ma in fondo a qualificarlo è anche come un avvocato possa sostenere che i diritti siano questioni di numero e che se la sua conferenza di disinformazione h raccolto più partecipanti di una conferenza di educazione al rispetto, non è questo a decidere chi sia dalla parte della ragione. Perché anche Hitler e Mussolini riepivano le piazze...
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