Pro Vita si compra una pagina del Corriere della Sera per sostenere che le unioni gay siano dannose, innaturali e deleterie


Sembra proprio che la vendita di omofobia frutti bene, al punto che l'associazione Provita pare avere i soldi necessari a comprarsi un'intera pagina del Corriere della Sera. Incredibile, invece, è come il primo quotidiano d'Italia si sia prestato a pubblicare simili falsità propagandistiche che calpestano la dignità stessa di milioni di persone.
L'annuncio in questione è apparso nell'edizione cartacea del 20 settembre 2015. Si parte con il sostenere che sia necessario impedire l'approvazione del ddl Cirinnà per «difendere la famiglia e i bambini». Si passa poi al sostenere che «sta per essere approvato alla Camera il ddl Cirinnà, che istituirebbe di fatto il matrimonio gay in Italia, e che aprirebbe le porte anche all'adozione per le coppie omosessuali». Peccato che i termini paiano utilizzati a casaccio, dato che (purtroppo) le unioni civili non sarebbero un matrimonio ma un istituto giuridico separato, così come la stepchild adoption non sarebbero altro che una regolamentazione di rapporti parentali già in essere (ben altra cosa rispetto all'adozione vera e propria che oggi rimarrebbe privilegio esclusivo delle sole coppie eterosessuali).

Ma il peggio deve ancora finire, dato che Provita si lancia nel definire le unioni civili attraverso sei falsità. Dicono che il ddl Cirinnà è:

Pretestuoso, perché quasi tutti i diritti che si reclamano per i conviventi sono già riconosciuti nell'ordinamento.

Bhe, se così fosse, allora non servirebbe neppure il matrimonio... ma ovviamente viene sottinteso che non si stia parlando dei diritti matrimoniali, ma solo quelli che loro sarebbero disposto a concedere anche ai gay. Si presuppone così che l'opinione di Carlo Giovanardi sia già legge e che ai gay debbano essere riconosciuti solo diritti individuali che non riconoscano alcun valore alla coppia come formazione sociale. In altre parole, non ci sarebbe differenza fra una famiglia gay o due studenti che convivono nello stesso appartamento dato che si negherebbe il valore sociale dell'unione.

Contrario all'articolo 29 della nostra Costituzione in quanto prevede un regime sostanzialmente identico al matrimonio per coppie dello stesso sesso.

È falso. La sentenza 2400 emessa nel 2015 della Corte di Cassazione precisa come il matrimonio egualitario possa tranquillamente essere introdotto anche mediante leggi ordinarie dato che non è in contrasto con la Carta Fondamentale. Inoltre le sentenze della Corte costituzionale numero 138 del 2010 e numero 170 del 2014, affermano chiaramente che la Corte distingue due diritti fondamentali, indicando il primo come diritto di vivere liberamente una condizione di coppia, fondato sull'articolo 2 della Costituzione, e il secondo come matrimonio, fondato sull'articolo 29 della Costituzione. I giudici indicano la possibilità di garantire i due diritti fondamentali con due diversi istituti (ossia il matrimonio e un istituto ad esso alternativo) precisando come il legislatore potrebbe tranquillamente garantire entrambi i diritti con l'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, pur senza essere obbligato a farlo. Il paradigma eterosessuale del matrimonio è infatti sancito nel codice civile (che è legge ordinaria e modificabile a piacere). Tuttavia, qualora il legislatore scegliesse di non estendere il matrimonio anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso, la Costituzione lo obbliga a creare un nuovo istituto per garantire ai partner dello stesso sesso il diritto di vivere la condizione di coppia.
Ecco dunque che il ddl Cirinnà non solo non contrasta con l'articolo 29 (che peraltro è stato escluso nel testo in discussione) ma è un diritto costituzionale (peraltro limitato rispetto alle possibilità offerte dalla Costituzione).

Deleterio per il futuro dei bambini in quanto favorirebbe il ricorso all'aberrante pratica dell'utero in affitto all'estero.

È falso. Nel disegno di legge non vi è alcun riferimento alla procreazione assistita, motivo per cui i diritti sarebbero semplicemente gli stessi oggi riservati alle coppie eterosessuali.
L'attuale ordinamento riconosce pieni diritti ai bambini nati all'estero da coppie eterosessuali, ma rendono orfano di uno dei genitori quelli nati da persone dello stesso sesso. Non è chiaro come l'equiparazione dei diritti dei bambini sia da intendersi come un «favorire» pratiche che in Italia sono e resteranno vietate.
Si nega inoltre l'evidenza di tutti i casi in cui i figli sono nati da precedenti relazioni e non vengono tutelati all'interno delle loro famiglie se omogenitoriali.

In conflitto con il principio di uguaglianza e non discriminazione che impone non solo di trattare ugualmente situazioni uguali ma anche di trattare diversamente situazioni diverse.

L'articolo 3 della Costituzione afferma che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Quella frase appare in contrasto con quel semplice principio.

Discriminatorio verso le persone, come gli ufficiali si stato civile, che non potranno usufruire del loro diritto alla libertà di espressione e di religione.

Viviamo in un Paese dove si presume che la legge sia uguale per tutti, motivo per cui non è chiaro perché mai si inneggi a categorie di persone che dovrebbero avere il diritto di calpestare i diritti costituzionali altrui sulla base dei propri pregiudizi.
Se applicassimo il loro principio, allora un razzista dovrebbe avere il diritto di rifiutarsi di fornire beni o servizi a persone di colore, così come chiunque potrebbe sentirsi discriminato dinnanzi a chi gli chiede di rispettare la legge. Forse sarebbe anche discriminazione il chiedere il carcere per un assassino, dato che l'omicidio potrebbe essere stato dettato dalla sua libertà di espressione o dalle convinzioni religiose...

Dannoso. Ogni legge ha una forza pedagogica e situazioni problematiche e innaturali sarebbero percepite dalla collettività come "normali".

L'OMS definisce l'omosessualità una variante naturale del comportamento umano. Il fatto che Provita la reputi «innaturale» è un pregiudizio che non può essere imposto per legge, così come non è tollerabile si chieda allo stato di creare ostacoli sociali che portino a percepire le famiglie gay come "anormali".
L'articolo 3 della Costituzione sancisce infatti che «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Al termine delle sei falsità, l'annuncio invita a sottoscrivere la loro petizione, sostenendo la necessità di «fermare l'ingiusto ddl cirinnà». Peccato che si abbia l'impressione di essere dinnanzi ad una vera e propria truffa volta ad estorcere firme mediante il raggiro dei lettori.

Clicca qui per guardare l'inaccettabile pagina pubblicata da Provita.
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