Sel e M5S presentano due interrogazioni al ministro Giannini: «Solo falsità nella mozione anti-gender veneta»


Sel e M5S hanno presentato due interrogazioni parlamentari rivolte al ministro dell'Istruzione Giannini, chiedendo un suo intervento dopo l'approvazione della mozione «contro il gender nelle scuole» da parte del Consiglio Regionale del Veneto .
I deputati di Franco Bordo e Giulio Marcon di Sel denunciano le falsità discriminatorie contenute nel testo e chiedono «come il Ministro intenda intervenire per impedire indebite ingerenze nella stesura e realizzazione dei programmi educativi all'educazione all'affettività e di contrasto alle discriminazioni delle scuole della regione Veneto; quali azioni il Ministro intenda adottare per tutelare gli insegnanti e i dirigenti scolastici che non vorranno tener conto di questi interventi di natura propagandistica basati su discriminazione, pregiudizio ed omofobia; se il Ministro non ritenga di informare la Regione Veneto in merito ai fondamenti errati e falsi, che non trovano attinenza con la realtà, sulla quale è basata la mozione approvata dal Consiglio Regionale del Veneto».
La deputata Francesca Businarolo dell'M5S definisce «disinformazione organizzata» quel testo e ricorda come «la "teoria gender", ossia presunta negazione delle differenze tra uomo e donna, non esistee il decreto Buona Scuola non prevede alcun insegnamento “gender” nelle scuole» precisando come «la mozione approvata in questi giorni dal Consiglio Regionale veneto contro "le ideologie destabilizzanti" è solo propaganda basata su questa falsità». Per questo motivo si chiede un intervento del ministro «perchè è doveroso fare chiarezza e per scongiurare un panico infondato». Inoltre non le risulta chiaro «che titolo ha un Consiglio Regionale nell’intervenire su una questione di competenza nazionale come i programmi scolastici?».
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