Trento: un libro di testo dice che i gay devono «modificare» il proprio orientamento sessuale


L'omosessualità è «un disordine nella costruzione della propria identità sessuale» e quindi «è alquanto opportuno accompagnare l'omosessuale perché modifichi il suo orientamento sessuale». È quanto afferma un libro di testo adottato dalla scuola media paritaria Arcivescovile di Trento.
I fatti risalirebbero allo scorso anno e sarebbero venuti a galla solo dopo la denuncia ad Arcigay da parte di una mamma. Il professore di religione e vicepreside della scuola, Giampiero Guerra, ha comunque confermato che il volume in questione è tutt'ora utilizzato nelle sue classi. Si tratterebbe di "Voglio imparare ad amare" di Gimmi Rizzi (edito da Elledici).

Il volume premette di dinnanzi alle rivendicazioni degli omosessuali che pretendono di essere come tutti gli altri, «è opportuno mettere in chiaro alcune cose», e cioè che l'omosessualità è «una tendenza contro il progetto di Dio» e che «un rapporto fra omosessuali è dunque sempre da condannare».
Si sostiene inoltre che «poiché all'origine dell'omosessualità non vi stanno cause genetiche (in altre parole gay non si nasce) ma vi stanno certe relazioni che il soggetto ha vissuto in famiglia e in altri ambienti che lo hanno portato ad un disordine nella costruzione della proprio a identità sessuale (per es. bisogni affettivi non soddisfatti durante l'infanzia) è alquanto opportuno accompagnare l'omosessuale perché modifichi il suo orientamento sessuale».
Si è ovviamente dinnanzi ad affermazioni prive di qualunque fondamento scientifico dato che sono ormai decenni che l'Organizzazione mondiale della sanità ha classificato l'omosessualità come «una variante naturale della sessualità umana», presisando come «non è dovuta a squilibri psichici e l'orientamento sessuale non è modificabile con interventi terapeutici». Il tutto è confermato anche dalle presidente nazionale dell'ordine degli psicologi, Fulvio Giardina, che non esita ad affermare che «su tutto ciò ormai non c'è dubbio nella comunità scientifica, per questo le cosiddette terapie riparative, cioè che mirano a far superare l'omosessualità, non hanno alcun senso». E allora c'è da chiedersi perché mai nelle scuole di Trento si ricorra alla disinformazione per indottrinare all'odio i bambini.

Paolo Zanella, presidente di Arcigay Trento, ha commentato: «È inaccettabile: se un bambino che ha qualche dubbio sul proprio orientamento sessuale legge quelle cose, se gli viene falsamente detto che il suo orientamento sessuale è "colpa" di mancate attenzioni da parte dei genitori e che deve cambiare, il rischio è che entri nella triste classifica degli adolescenti gay suicidi. L'Istituto Arcivescovile di Trento è una scuola confessionale, ma comunque parificata, svolge un ruolo pubblico. Non può sostenere posizioni antiscientifiche durante le lezioni. È come se insegnasse ai ragazzi che il sole gira intorno alla Terra».

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