Alessandria Oggi incita all'odio: «I gay sono dei malati e i loro figli diventano automaticamente omosessuali»


Essere gay in Italia non significa semplicemente amare una persona del proprio sesso. Essere gay in Italia significa dover subire insulti, maltrattamenti e violenze quotidiane. Sui social network c'è chi pubblica materiale che offende la tua dignità, le amministrazioni comunali finanziano chi diffonde falsità volte ad alimentare odio nei tuoi confronti e il governo non muove un solo dito dinnanzi ad un'escalation di violenza che rende pericoloso il solo uscir di casa. Tutto questo nel silenzio complice di uno stato che non c'è, che non tutela i suoi cittadini e che finanzia persino chi inneggia alla tua tortura o soppressione.

Solamente in un Paese incivile se senza legge ci si può imbattere in articoli insulsi come quello pubblicato il 5 ottobre scorso da Alessandria Oggi, nel quale Federico Fossati esordisce affermando:

Vogliamo dire le cose come stanno? Un omosessuale o bisessuale ex uomo adotta pratiche sessuali sia schifose che pericolose per la salute. Finché tali pratiche restano fra consenzienti tra quattro mura, non ci dovrebbe essere niente di illecito, se non il rischio volontario di farsi del male, ma quando si arriva all'aggressività o semplicemente all'esibizionismo si cade nei normali casi di stupro o di atti osceni in luogo pubblico che rientrano fra i reati che si commettono qualunque sia la tendenza sessuale.
Da adulti all'omosessualità si arriva quasi sempre gradualmente, dopo avere praticato tutte le "normali" esperienze eterosessuali che, non arrecando più piacere sufficiente, portano quasi automaticamente a masochismo e sadismo, e poi inevitabilmente alla sodomia, il tutto condito con un pizzico di droga sempre più pesante: tali pratiche, se seguite in modo incontrollato o sfrenato, comportano il rischio più o meno grave di malattie, quasi sempre contagiose (non solo AIDS, quindi), di autolesionismo e di danni ai partner e sarebbe lodevole da parte del legislatore o dell'educatore prevenire tali inconvenienti o punirli adeguatamente quando accadono.
Per l'omosessualità delle ex-donne il percorso è quasi identico, anche se forse meno violento, a meno che non si usino particolari "attrezzature", ma ugualmente seminato di pericoli. Identica a quella delle persone "normali" è l'illiceità quando le persone coinvolte non sono consenzienti. Non si capisce in ogni caso (uomini o donne) come l'esibizionismo dei cortei osceni delle manifestazione del tipo "gay-pride" sia, alla fine di lunghe trattative, autorizzato dalle prefetture, mentre un corteo di giovani e piacevoli nudisti, se volesse sfilare, per esempio per una festa, non riceverebbe mai l'autorizzazione: significa che anche i gay hanno formato le proprie lobby e hanno raggiunto un livello sufficientemente importante in campagna elettorale.
Il terzo caso di omosessualità, che credo sia raro, ma forse è l'unico che merita attenzione a livello medico-scientifico e comprensione da parte dell'umanità "normale", è quello congenito, dovuto a malformazione di organi genitali o a difetti psicosessuali intervenuti fin dalla nascita o per shock subiti in tenerissima età: in questi casi occorre l'intervento medico, psichiatrico o chirurgico per ripristinare e stabilizzare quelle che erano chiare anomalie fisiologiche.

Tutte queste offese gratuite e pregiudizi ignobili servono solo a giungere ad invitare a impedire che gay e lesbiche possano veder riconosciuti i loro diritti. L'autore dell'articolo asserisce infatti che:

Mi sembrava indispensabile chiarire queste tre tipologie per dimostrare quanto possa diventare più semplice la questione del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali: per le prime due categorie esisterà sempre un certo sospetto di pratiche non propriamente "pulite" neanche fra le mura dell'abitazione e, nel caso di presenza di figli, esisteranno sempre dubbi sulla bontà della loro educazione. Dunque, purché i "coniugi" non incorrano nei reati sopra prospettati (diffusione di malattie veneree o peggio, aggressione, esibizionismo) dovrebbe essere riconosciuta la coppia di fatto dal punto di vista burocratico-anagrafico, amministrativo ed economico, ma si dovrebbe vietare l'estensione della famiglia oltre i due coniugi, che, si voglia o no, sono anomali. In altre parole, un bambino ha il sacrosanto diritto di avere una coppia di genitori di sesso diverso, altrimenti diventerà egli stesso omosessuale (praticamente congenito) o odierà i genitori, uno dei quali o entrambi non sono "normali". Insomma, anche secondo studi ormai riconosciuti validi da tutta la comunità scientifica internazionale, si troverà in un mondo innaturale in cui sarà alta anche la sua tendenza al suicidio o alla fuga prematura. In pratica si troverà peggio dei figli già grandicelli di genitori che improvvisamente si separano: sono destinati a imitarli a tempo debito. È evidentemente diverso il caso di orfani o trovatelli adottati da coniugi regolari in cui, come in ogni comunità animale, sia chiaro chi siano mamma e papà, che a quando sarà il momento gli spiegheranno la sua posizione di (ex)trovatello e non di incolpevole "scherzo della natura".

Il motivo di una simile istigazione all'odiao appare evidente nel tuitolo dell'infame articolo, ossia «L'omosessualità non è la norma (Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò-Genesi 27)». Al solito si cita la Bibbia a casaccio, sostenendo che i riferimenti religiosi legittimo qualsiasi sorta di violenza e di insulto.

Marco Alessandro Giusta, presidente di Arcigay Torino, commenta con durezza quell'ignobile pagina di incitamento all'odio: «Le parole scritte da Federico Fossati sul quotidiano online Alessandria Oggi, pubblicate lunedì 5 ottobre scorso, sono molto gravi. Le teorie su cui il giornalista basa le sue congetture ci riportano nel Medioevo; l'articolo, ricco di pregiudizi e insulti, sfocia in una palese discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, giudicandole malate, aggressive, esibizioniste e sadiche, rispolverando posizioni assurde e infondate. Arcigay Torino denuncia con forza il modo scorretto di fare informazione, divulgando falsità».

A tale proposito, il presidente di Arcigay Torino ha scritto una lettera alla Redazione di Alessandria Oggi, chiedendo spiegazioni e provvedimenti a riguardo ma la risposta è stata ancor più inaccettabile. Il quotidiano online diretto da Andrea Guenna ha infatti risposto: «Pensate alla salute che è meglio».
Ora l'associazione provvederà ad esporre il caso all'Ordine dei Giornalisti, chiedendo che vengano presi provvedimenti a riguardo.
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