Ezio Capuano, allenatore dell'Arezzo, torna a ostentare la sua omofobia


Ezio Capuano, allenatore dell'Arezzo, è tornato a far parlare di sé. Se lo scorso anno finì su tutti i giornali per aver urlato ai propri giocatori alcune frasi omofobe («in campo devono andare gli uomini e non le checche») mentre questa volta è dai microfoni di Radio 24 che ha accostato il suo essere fascista al disprezzo che prova verso le famiglie omogenitoriali:

Adozioni gay? No, nella maniera più assoluta, per il resto ognuno fa quello che vuole. Mi fa schifo l’idea di un bambino che cresce con due omosessuali. Lo dico con grande onestà, sono sempre stato di destra, quindi ho vergogna a dirlo. Ero del Msi, ammiravo Almirante. Andavo ai suoi comizi, anche se ero un bambino. Mussolini? Ha fatto anche delle cose buone, come tutti, le bonifiche, ha costruito una bella città come Latina. Berlusconi l'ho votato qualche volta, è una persona molto intelligente, un grandissimo imprenditore. Renzi? Sì, l'ho votato. Ma sapete cosa non sopporto? Gli ipocriti e i falsi moralisti a difesa del posto e del potere.

Dura è la replica dell'associazione ANDDOS, che commenta:

Ci risiamo: non contento del clamore mediatico negativo per alcune dichiarazioni offensive nei confronti dei suoi giocatori, l'allenatore Ezio Capuano si è lasciato sfuggire un'altra frase infelice, stavolta di matrice omofoba, contro gli omosessuali durante la trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24. Già l'anno scorso ebbe modo di beccarsi 5 mila euro di multa e di far comminare ben 10 mila euro di sanzione alla sua società per aver minacciato i suoi giocatori di non voler “checche” scendere in campo, evidentemente il mister salernitano, volendosi forse ispirare a Mourinho (ci perdoni il tecnico portoghese per l'imbarazzante accostamento), ha capito che l'unico modo per attirare attenzione su di sé è fare audience fuori dal campo, visto che la sua ultima vittoria di un campionato è datata ormai 1997 in serie D con la Cavese. Da allora riesce ad inanellare una serie di esoneri (2008 Juve Stabia, 2012 Fondi, 2013 Casertana), di dimissioni (2000 Trapani, 2002 Taranto, 2010 prima Messina e poi Eupen) con una retrocessione (2011 Paganese), ma soprattutto riesce a far parlare di sè nel 2009 sulla panchina della Paganese per le sue imprecazioni in campo. Verrà squalificato per bestemmie nel 2010 alla guida del Potenza con questa motivazione della Procura: “per l'intero arco della gara inveiva verso i tesserati della squadra avversaria (Virtus Lanciano) e protestava per le decisioni arbitrali, reiterando espressioni blasfeme”. E, giusto, per non dimenticare, nel suo curriculum c'è anche una squalifica di 6 mesi a lui comminata nel 2007, per violazione dell’articolo 11 bis, la clausola compromissoria che impedisce ai tesserati Figc di rivolgersi alla giustizia ordinaria senza preventiva autorizzazione.

Mister Capuano lo Special One delle blasfemie ci viene da ironizzare, visto che anche l'anno scorso è stato squalificato per aver proferito espressione blasfema durante la partita contro l'Albinoleffe. Proprio l'anno scorso intervenimmo dopo le infelici dichiarazioni del tecnico Capuano che utilizzò fresi offensive nei confronti dei suoi giocatori con tanto di multa della Disciplinare alla società. Dopo le nuove espressioni offensive e minacciose volate quest'anno negli spogliatoi ai suoi calciatori con tanto di video, condite da un duro attacco anche contro il presidente Renzo Ulivieri dell'associazione italiana allenatori, arriva adesso da Capuano nei panni di esperto tuttologo fuori dal campo anche una gratuita quanto offensiva espressione “schifo” rivolta ad una coppia Lgbti nella cura e nell'educazione di un bambino, ignorando pure il caso che lo stesso potrebbe essere il figlio naturale. Da che pulpito arrivano giudizi e sentenze sul tema disciplinare ed educativo visto le sue numerose squalifiche in carriera anche per comportamento irriguardoso.
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